Fausto Brizzi: «I tre ingredienti per una commedia perfetta»

Intervista al regista (e blogger di Best Movie) che a Sorrento ha presentato ben tre film: due come regista e uno come sceneggiatore. Ci ha svelato i suoi segreti e la sua opinione sullo stato del cinema italiano

«Tre ingredienti per una commedia di successo? Un grande comico, una sceneggiatura a orologeria e una storia tragica… Tragica per i personaggi intendo, ma che diverte lo spettatore. Per esempio un ragazzo che manda a quel paese i suoi insegnanti pochi giorni prima dell’esame di maturità, un tipo di situazione che io conosco molto bene».
La ricetta vale la pena segnarsela, perché a darla è il Re Mida della neo-commedia all’italiana, nonché amico e blogger di Best Movie: Fausto Brizzi. A tal punto considerato ormai una garanzia di successo, che i produttori italiani fanno a spallate per contenderselo. Non è quindi un caso che quest’anno, alle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento, il suo nome compaia contemporaneamente nei listini Medusa (come regista di Com’è bello far l’amore 3D), 01 (come regista di Pazze di me) e Lucky Red (come sceneggiatore di 10 regole per farla innamorare). Senza contare il fatto che è anche co-produttore di molti dei suoi progetti grazie all’etichetta indipendente Wildside.
L’abbiamo incontrato poco prima della presentazione di Com’è bello far l’amore. Ecco quello che ci ha detto.

Best Movie: Cosa ci puoi raccontare di Com’è bello far l’amore, il primo dei tuoi film in ordine di uscita (10 febbraio, NdR)?
Fausto Brizzi: «E’ la storia di una coppia di quarantenni, interpretati da Fabio De Luigi e Claudia Gerini, che cercano di ravvivare il proprio rapporto a livello sessuale con l’aiuto di un amico di lei, che fa il pornostar, cosa che all’inizio lui non sa. Una classica commedia degli equivoci, con Timi al suo primo ruolo comico».

BM: Come mai hai scelto di girarla in 3D?
FB: «Perché i film andrebbero fatti tutti in 3D! E spero che lo saranno presto. Perché il 3D, se nativo e non riconvertito, non da fastidio agli occhi. Ovviamente bisogna adottare una serie di accorgimenti, tipo non mettere le quinte in modo tale che poi sembrano cespugli sulla faccia dello spettatore, cose che quando siamo di fronte a un 2D riconvertito capitano sempre».

BM: E di 10 regole per farla innamorare che ci dici?
«Quello è un film che ho scritto qualche anno fa  insieme a Cristiano Bortone, che dirige il film. Si tratta della storia di un padre che insegna al figlio a rimorchiare. Il padre è Salemme, che penso sia al quinto o sesto film stagionale, una specie di record, mentre il figlio è Willwoosh, questa You Tube star (molti lo conosceranno per il serial web Freaks!, NdR) che io stesso ho scoperto in rete ed è al suo primo film da “mattatore”».

BM: Come definiresti il momento attuale del cinema italiano?
«Beh, per la commedia è un momento assolutamente florido, besti pensare che in questi giorni a Sorrento è tutto un dirsi “In quella data lì esci tu o esco io? Cerchiamo di distanziarci…”. Ed è anche un momento florido creativamente perché ci sono tanti nuovi registi molto attivi. Per il resto del cinema italiano invece il momento è deprimente, non come qualità ma a livello di impatto sul mercato. Come produttore sto cercando di usare il potere di mercato che mi danno le commedie che faccio per finanziare altra roba. Altrimenti l’Italia tra qualche anno sarà un paese in cui usciranno dieci commedie l’anno e nient’altro, il che sarebbe un suicidio».

BM: Come si fa a far funzionare anche in Italia generi diversi dalla commedia?
«Bisogna evitare di fare il “mezzo-genere”. Se fai un film di paura, deve fare paura. Se lo fai comico, deve far ridere. Se si parla di film d’autore, dentro ci deve essere l’autore, il suo modo di fare cinema deve essere riconoscibile. Viva gli autori che hanno un forte segno, come Moretti ad esempio, un autore che amo. Di autori riconoscibili in Italia non è che ce ne siano tantissimi…»

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