L’occasione è l’incontro con Roberto Recchioni per la presentazione della nuova stagione di David Murphy, la serie Panini che torna con un nuovo formato, stile comic americano, dopo otto anni dalla prima stagione.
Il contesto è quello del Cine&Comic Fest, giunto alla sua sesta giornata.
Lo spazio è quello di Librerie.Coop nel Porto Antico di Genova con Giorgio Viaro, direttore del fest, come interlocutore.
Che l’incontro prometta bene lo si comprende subito. Roberto ha voglia di raccontarsi e così arrivano le novità esclusive che proiettano Genova e il fest al 30 ottobre 2019, data di apertura di Lucca Comics & Games 2019. Per Dylan Dog, di cui Roberto è curatore, sarà rivoluzione ad Ottobre.
«Con Dylan, dopo una prima fase nella quale ci è stato detto che avremmo dovuto fare di più, faremo qualcosa per cui nessuno potrà dirci che non abbiamo osato abbastanza».
Il punto di partenza è il ciclo della meteora, protagonista della serie mensile e giunto al suo ottavo capitolo: Eterne stagioni, un albo toccante scritto da Paola Barbato e disegnato da Marco Nizzoli. Mancano cinque mesi all’Apocalisse.
«In origine avevo in parte sottovalutato gli effetti che questa lunga saga avrebbe avuto sul personaggio dal punto di vista narrativo; mano a mano che il ciclo ha preso forma però, mi sono accorto che la coda della cometa sarebbe stata lunga e sconvolgente. I numeri tra il 399 e il 405 li curerò personalmente. Sette albi consecutivi scritti da me e che apriranno per Dylan una nuova era. Il 400 sarà disegnato da Angelo Stano, il 401 da Corrado Roi, entrambi ispiratissimi».
«A Lucca avremo l’anteprima del 400, anche in volume cartonato e in bianco e nero, avremo anche giochi e gadget, su cui vige il massimo segreto e, sempre in formato libreria, ci sarà il primo volume dei Racconti di domani, la serie dedicata a Dylan Dog e scritta da Tiziano Sclavi».
Roberto aggiunge anche qualche dettaglio. «Al momento non sappiamo ancora come calendarizzare le uscite, che avverranno tutte in libreria. Suppongo che passeranno 6/8 mesi tra una e l’altra, di certo posso dire che al momento ci sono sei albi finiti, e che il primo avrà i disegni di Gigi Cavenago», l’attuale copertinista della serie. «Di Gigi – aggiunge – uscirà anche un volume, sempre legato alla galassia di Dylan, su cui sta lavorando con Werther Dell’Edera».
Fedele allo spirito del fest, che ha nel DNA le contaminazioni tra cinema e fumetto, anche Roberto, dopo l’annuncio del progetto di Zerocalcare e Giacomo Bevilacqua per Netflix (pare che Netflix abbia risposto, magia del Cine&Comic Fest, ndr), ammette di stare pensando al cinema, ma solo se fatto alle sue condizioni.
«Proprio perché comprendo, per averlo vissuto e sofferto in prima persona con Monolith, quanto sia importante che un’opera sia trasposta senza essere snaturata, il mio legame col cinema sarà direttamente legato al mio ruolo diretto. Al momento qualcosa si sta muovendo, ma è un mondo in cui tutto cambia in fretta, per questo considererò ogni progetto sicuro solo al cinque per cento finché non lo vedrò in sala».
Al cinema, in particolare agli action movie che hanno caratterizzato gli anni Novanta, resta legato David Murphy, il pompiere condannato ad essere l’uomo giusto al momento giusto.
«Di fronte a film sull’eroe per caso in stile Die Hard, lo spettatore sta al gioco e accetta di sorvolare su situazioni improbabili, in nome di quel patto chiamato “sospensione di credulità”. Matteo Cremona ed io abbiamo voluto dare senso all’assurdo, prima mettendo sulla testa di David la peggior maledizione cinese che esista: “Che tu possa vivere in tempi interessanti” e poi divertendoci a farlo vivere davvero in tempi interessanti».
Tempi interessanti, come quelli attuali. Anche per Roberto l’impegno politico è una cosa seria, al punto di essere presente, in forma metaforica o palese, in tutte le sue opere. Non è un caso che la nuova stagione di David Murphy riporti l’esplicativo sottotitolo Make America Great Again, motto trumpiano e sintesi del momento storico nel quale siamo immersi. La contronarrazione come impegno politico, tema esplorato in questi giorni genovesi, torna anche nelle riflessioni di Recchioni.
«Nel volume uscito con Feltrinelli lo scorso anno, La fine della ragione, e nel prossimo RSDIUG. Roma sarà distrutta in un giorno, in libreria il prossimo 3 ottobre, emerge chiara la frustrazione che vivo nel quotidiano, al punto che io stesso sono rimasto stupito per la rabbia che emerge dai disegni del volume su Roma. D’altro lato però comprendo che la polarizzazione del conflitto, nella quale inevitabilmente cado, lo accentua e non lo risolve, ma soprattutto ho capito che la contronarrazione, che deve essere di rottura ma anche onesta, non funziona se si risolve nell’atteggiamento paternalistico di chi crede di essere nel giusto, ma solo se chi è protagonista racconta se stesso».
È emblematico l’esempio legato al femminismo: «Un uomo che parla di femminismo, anche il più illuminato, resta pur sempre un uomo con dei limiti oggettivi». Diverso è quando tutte le difficoltà legate al ruolo, i torti e le violenze, non solo fisiche, le racconta una donna.
«Lo stesso discorso vale se applicato al racconto delle periferie, delle discriminazioni, fino ad arrivare agli sbarchi. Arriveremo a comprendere di più e meglio quanto sta avvenendo nel nostro Paese solo quando quella narrazione smetterà di essere racconto per diventare testimonianza».
Arriverà un momento nel quale un libro, un film o fumetto, fatto da chi sta vivendo sulla sua pelle le contraddizioni del nostro tempo, avrà lo stesso valore storico ed emotivo, e quindi la stessa credibilità, dei racconti di chi ha vissuto sulla sua pelle l’Olocausto o l’Apartheid.
«Sarà interessante quando le persone arrivate in Europa via mare inizieranno a raccontare, senza intermediari, cosa sono stati per loro questi giorni».
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