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The Amazing Spider-Man: la nostra intervista all’Uomo Ragno Andrew Garfield

L'attore ha presentato a Roma il reboot del cinecomic per mano di Marc Webb

The Amazing Spider-Man: la nostra intervista all’Uomo Ragno Andrew Garfield

L'attore ha presentato a Roma il reboot del cinecomic per mano di Marc Webb

Non diresti mai che ha quasi trent’anni. A vederlo così, magrolino e con questi occhi grandi e scuri da bambino, gli daresti al massimo vent’anni. Forse per questo Andrew Garfield riesce ad essere convincente nel ruolo del diciassettenne Peter Parker alias Spider Man, nel nuovissimo reboot del personaggio ad opera del regista Marc Webb.

Andrew è a Roma, assieme a Webb ed ai coprotagonisti Emma Stone (guarda la photogallery e leggi la nostra intervista) e Rhys Ifans, per promuovere l’uscita italiana di The Amazing Spider-Man (leggi la nostra recensione). Un sogno che si corona, quello di impersonare il supereroe aracnideo. «Sono un fan di Spider-Man da quando ero piccolo, c’è una mia foto travestito da Uomo Ragno all’età di tre anni» ricorda Garfield con un pizzico di malinconia.

BestMovie ha fatto una chiacchierata con questo simpatico astro nascente del cinema americano.

Spider-Man è forse il supereroe più amato della storia del fumetto. Com’è stato per te interpretare un personaggio così iconico?
Beh, sono stato sicuramente aiutato dal fatto di essere io in primis un fan sfegatato di Spider-Man. Se non lo fossi stato, non so se ci avrei messo lo stesso entusiasmo o la stessa passione. Da appassionato, posso solo dire che i fan sono la parte più importante del pubblico che andrà a vedere il film. È grazie a loro e per loro che il personaggio continua a vivere, a distanza di cinquant’anni, come se fosse il primo giorno.

Rispetto all’interpretazione di Spider-Man offerta da Tobey Maguire nella trilogia diretta da Sam Raimi qualche anno fa, cos’ha di diverso il tuo Peter Parker?
Ho cercato di mettere in luce degli aspetti che erano rimasti nascosti nelle precedenti trasposizioni del fumetto. Trovo che sia affascinante il modo in cui Peter bambino vive il trauma dell’abbandono e della morte dei genitori: tutto sembra condurlo a diventare il leader mascherato che sarà in età adulta. L’essere rimasto orfano l’ha in un certo senso allenato alla sofferenza, e mi interessava molto esplorare questo lato della sua vita per costruire una psicologia convincente del personaggio.

Alcuni hanno definito il tuo Peter Parker “cool”, in contrapposizione alla versione “nerd” dei film di Raimi. Sei d’accordo?
In parte. Non definirei Peter come un ragazzo cool, no di certo. Il fatto è che, negli ultimi dieci anni, il concetto di “nerd” è cambiato molto, perdendo alcune prerogative negative e assumendo un certo charm. Pensiamo a Steve Jobs: era un nerd, ma era un uomo pieno di fascino. Questo non vuol dire che Peter sia diventato un personaggio vincente, tutt’altro: è semplicemente un naturale adattamento rispetto ai tempi. Non è diventato un belloccio, è rimasto comunque un brillante cervello scientifico imprigionato in un corpo non certo possente, almeno fino al morso del ragno. Rimane un impacciato, intimidito dalla ragazza che gli piace e vittima dei bulli della scuola. L’unica aggiunta che deriva direttamente da me è lo skateboard: mi sembrava azzeccato e, lo ammetto, ho una vera passione per questo sport!

Potendo spaziare con la fantasia, quale altro supereroe ti piacerebbe interpretare?
No! Non potrei mai interpretare nessun altro! Il mio cuore appartiene solo a Spider-Man

Leggi anche la nostra intervista a Emma Stone

Leggi anche la nostra intervista a Rhys Ifans

Leggi anche la nostra intervista a Marc Webb

A tu per tu con il cast, il regista e i produttori di The Amazing Spider-Man

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Ecco cosa pensa Bestmovie di The Amazing Spider-Man!

Vi ricordiamo che abbiamo dedicato la cover di Best Movie di giugno a The Amazing Spider-Man. Cliccate sulla foto per sfogliare online la rivista:

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