Venezia 68, Garrel: «Monica è come un quadro di Courbet»

Il regista Philippe Garrel si paragona a un pittore impressionista e "usa" la Bellucci come simbolo ideale di bellezza

Molta attesa in conferenza stampa dopo l’accoglienza controversa da parte della stampa della proiezione di Un été brûlant. Il regista Philippe Garrel, era presente con a fianco il figlio Louis, protagonista del film, Monica Bellucci e gli altri interpreti Céline Sallette e Jérome Robart. Tutti gli sguardi ovviamente su Monica, ma l’impressione è che la sua presenza non basti a nascondere le contraddizioni del film.

Nel suo film sembra esserci molto di un altro film, Il disprezzo di Jean-Luc Godard.

Philippe Garrel: In ogni film c’è un nucleo espressivo, un atomo che ne costituisce l’essenza e che può farlo diventare un capolavoro. Io mi considero un discepolo di Godard e per questo non nego di ispirarmi spesso a lui. Non in senso accademico però, non cerco di rifare i suoi film, ma di cogliere quel nucleo che lo caratterizza. Penso che sia meglio avere dei punti di riferimento, quando si opera nel campo dell’arte e i miei maestri sono questi, Godard, Antonioni, Bergman.

Cosa pensa dell’accoglienza del suo film? La sala sembrava divisa.

PG: Faccio film da molti anni, non mi stupisco di avere estimatori e detrattori, nel nostro mestiere è normale. Del resto l’argomento della coscienza delle donne è ostico, se pensiamo che ancora nell’800 la letteratura si rifiutava di riconoscere l’esistenza di una coscienza femminile. Così è da poco che cerchiamo, noi uomini, di capirle e rappresentarle.

Monica, come al solito si parlerà molto della sua scena di nudo…

Monica Bellucci: In realtà l’esperienza del film è stata molto più di questo: lavorare con Garrel è realmente aver a che fare con un maestro da cui capisci subito di aver tantissimo da imparare. Tutta l’atmosfera durante le riprese è stata essenzialmente questo.

Molto del film sembra avere riferimenti pittorici. È così?

PG: Sì, anche le riprese che riguardano Monica si rifanno idealmente a Courbet. Avendo alle spalle studi artistici e di pittura ho cercato di esprimermi rifacendomi ai canoni della pittura classica. In Francia abbiamo una venerazione per Leonardo e per il suo senso delle proporzioni. Nel mio film sicuramente c’è un po’ anche di questo.

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