Venezia 68, Madonna: «Perché dovrei rinunciare a qualcosa se posso avere tutto?»

La cantante americana parla del suo nuovo film W.E.

Abito nero con colletto e maniche bianche, un crocifisso di diamanti al collo, perfetta come sempre, Madonna sembra uscita proprio da quegli anni Trenta raccontati nel suo ultimo film W.E. (leggi la nostra recensione), ovvero il racconto della storia d’amore tra la “socialite” dell’epoca Wallis Simpson e il re Edoardo di Windsor, che per amore di lei rinunciò addirittura al trono. Istrionica, sorridente, vamp, nonostante il viso un po’ tirato per l’anno difficile che ha passato: insomma è la “solita” Madonna quella che risponde alle nostre domande.

Cosa l’ha attratta nella storia di Wallis Simpson, al punto da volerne fare un film?
Madonna:
Sono stata completamente irretita e attratta dai personaggi, dal cercare di investigare e comprendere perché questo uomo abbia rinunciato al trono, a tutto quanto, per amore di una donna. Questa è stata l’ispirazione originale.

E lei rinuncerebbe mai al suo trono per un uomo, o per una donna?
M: Vi voglio bene a tutti quanti (in italiano, ndr). Ma perché dovrei rinunciare a qualcosa quando posso avere tutti e due, anzi tutti e tre?

Com’è nato il film?
M:
Ho passato tre anni a lavorare sulla sceneggiatura e ad assemblare il cast, che è il migliore che potevamo avere. Sembra che tutto sia stato semplicissimo, e lo è stato in un certo senso, ma è stato anche faticosissimo. Mi è piaciuto tantissimo raccontare questo ambiente, questo mondo di decadenza, di eleganza e di glam, con quell’aria rarefatta che ho cercato di restituire (e in effetti le eleganti falcate di Abbie Cornish ricordano alcune scene di In the Mood for Love di Wong Kar Wai, ndr).

Come fa a essere sempre così in forma? È grazie alla meditazione, alla religione, alla sua condotta di vita…
M: «Quando fai un film devi avere delle solide fondamenta, devi avere anima, mente e corpo molto saldi. Questa era un’operazione forte, e le mie fondamenta devono essere forti. È come essere il capitano di una nave e sapere sempre dove andrai.

Su Wallis Simpson sono state dette, nel corso degli anni, cose molto brutte, anche a livello umano. Questo film vuole essere una sua riabilitazione?
M: Quello che ho intuito leggendo della Simpson è che non si è mai capita fino in fondo la scelta del re di abdicare, e si è sempre cercato di sminuire Wallis come essere umano. Più che riabilitare, la mia storia cerca di restituire la dimensione umana di Wallis Simpson.

Lei è stata sposata con due grandi registi come Sean Penn e Guy Ritchie. Cosa ha imparato da loro?
M: Secondo me fare film non è così diverso dallo scrivere canzoni. Sean e Guy sono bravissimi registi e sanno fare grandi film, e in questo senso sono dei modelli per me, però io ho seguito solo la mia ispirazione. Ho passato più tempo a digerire il mondo di Wallis, circondandomi di oggetti degli anni Trenta per farmi catapultare in quel periodo. Mi sono immersa continuamente in questo glam, più che ispirarmi al lavoro altrui. (Foto Getty Images)

Leggi la nostra recensione di W.E.

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