Venezia 74 – Un’animazione da paura. Il nostro incontro con la “pazza” squadra di Gatta Cenerentola

I quattro registi, i produttori e i doppiatori ci hanno raccontato i retroscena di questa favola oscura con protagonista una principessa armata di pistola. Un lavoro orgogliosamente collettivo, dove l’estetica pittorica si fonde con la tecnologia open source. Dopo L’arte della felicità del 2013, Gatta Cenerentola conferma che l’animazione italiana ha trovato i suoi eroi

Pazzi di nome e di fatto. Sono così i “giocatori” della MAD Entertainment, la casa di animazione con sede a Napoli che, dopo il successo di L’arte della felicità (presentato al Festival di Venezia nel 2013 e premiato nel 2014 con gli Efa, gli Oscar europei), ha portato al Lido Gatta Cenerentola. Ci vuole infatti una certa dose di follia, oltre che di talento, per comporre questa personalissima versione della principessa con la scarpetta di cristallo che a tratti sembra un film di Tarantino o una puntata di Gomorra per il numero di morti ammazzati in scena. Ma soprattutto ci vuole pazzia, e talento, e resistenza creativa per sviluppare in Italia un’opera d’animazione di questo tipo: un cartoon rivolto a un pubblico adulto, una favola perturbante con un’estetica pittorica d’altri tempi supportata da un innovativo software open source (ve ne parliamo sotto). Il tutto costato solo 1 milione e 200mila euro; per fare un paragone, il budget de Il piccolo principe era di 50 milioni.
Se Gatta Cenerentola è un film d’animazione dalla fortissima personalità, questo, va ripetuto, è stato possibile solo grazie al lavoro di squadra della MAD Entertainment, un luogo in continuo fermento creativo dove disegnatori, fumettisti, musicisti, artisti, attori, illustratori si scambiano idee per anni prima di partorire le loro opere.

Alla proiezione per la stampa ieri sera, Gatta Cenerentola è stato applaudito (qui la nostra recensione). Oggi abbiamo incontrato i quattro registi – sì, proprio quattro, a dimostrazione dell’identità collettiva dell’opera – ovvero Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone, insieme ai doppiatori Alessandro Gassmann, Maria Pia Calzone e Massimiliano Gallo e ai produttori Luciano Stella e Maria Carolina Terzi. Vederli tutti schierati a parlare con passione del film sovrapponendosi l’uno l’altro per completare reciprocamente le frasi è stata la prova provata del modo così vitale di fare cinema alla MAD Entertainment.

Il film uscirà in Italia il 14 settembre. Nell’attesa, ecco alcuni dettagli del dietro le quinte della lavorazione.

NOI, VITTIME E CARNEFICI DELLA NOSTRA NAPOLETANITA’
Gatta Cenerentola si svolge quasi totalmente a bordo di un’enorme nave da crociera attraccata a Napoli da più di 15 anni e ormai trasformata in un bordello: un mostro galleggiante la cui sagoma si staglia su un cielo infuocato dal quale cade incessante la cenere del Vesuvio. Ancor più che ne L’arte della felicità, Napoli ha un ruolo centrale nella storia, ne è la protagonista silente piuttosto che la semplice ambientazione. «Da napoletani ci pesano gli stereotipi sulla nostra città, ma è anche vero che noi stessi siamo vittime e carnefici della nostra napoletanità: l’unico modo per rispondere ai luoghi comuni è prenderli in giro, divertirsi con essi. Del resto, anche l’auto-ironia è molto napoletana» ha dichiarato Rak. «Come nel film c’è un periodo della luce e un periodo della cenere, così è anche Napoli: una città-contraddizione, barbara e nobilissima insieme, ma che riesce a ispirarci ogni singolo giorno semplicemente girando per le sue strade» hanno aggiunto i colleghi. 

MOLTO PIU’ CHE DOPPIATORI
Alessandro Gassmann, Maria Pia Calzone (l’indimenticale Donna Imma nella serie Gomorra) e Massimiliano Gallo non solo hanno dato la voce ai loro personaggi; «gli abbiamo dato l’anima» ha dichiarato Gassmann. Gli attori sono stati infatti coinvolti sin dalle primissime fasi del progetto e a loro è stato chiesto di costruire in prima persona la psicologia e l’aspetto dei protagonisti: così, il poliziotto Primo Genito, la sensuale Angelica e il viscido boss Salvatore Lo Giusto ricalcano la fisicità dei tre doppiatori e sono il frutto di un lungo lavoro di scrittura tra attori e registi. «Io pensavo di dover semplicemente doppiare un film, peccato che al nostro primo incontro Rak mi dice che il film non esiste ancora! “Non ti preoccupare, lo disegneremo sulla tua voce, tu sei libera di fare quello che voi” mi tranquillizzava, anche se poi, libera, mica lo sono stata tanto: visto che Rak è cattivissimo…» ha raccontato Maria Pia Calzone, che ha aggiunto: «ero sola con il microfono in sala di doppiaggio senza un’immagine a cui ancorarmi: un’esperienza forte, che mi ha fatto quasi andare in trance… Un giorno mi hanno trovato accasciata sul pavimento a ripetere le battute. Per calarmi nel personaggio mi presentavo in studio con un tubino nero e i tacchi, perché anche la voce cambia se indossi su un tacco 12!». Un metodo di immedesimazione totale usato anche da Gassmann che, per rendere più realistica la sua voce, si metteva a correre quando il suo personaggio correva e così via. Per lui, unico non-napoletano del gruppo, è stata un’esperienza, senza retorica, eccezionale: «Mi era già capitato di doppiare dei cartoon, ma mai un film d’animazione italiano, anzi non sapevo nulla dell’animazione italiana: mi ha sorpreso moltissimo vedere come lì alla MAD riescono a ottenere questi grandi risultati con budget nettamente inferiori rispetto agli Studios americani». 

UNA GRANDE FAMIGLIA E SOFTWARE A COSTO ZERO
«Come ci dividevamo il lavoro? Bah… Siamo una vera famiglia, tra noi c’è un rapporto umano, di amicizia: ci azzuffiamo moltissimo, ma poi vince sempre l’idea migliore». Così Rak sintetizza la (non) ripartizione dei compiti alla MAD Entertainment dove ovviamente ognuno mette a frutto le proprie competenze ma tutti si sentono liberi di dire la propria su ogni aspetto del film. Un lavoro collettivo e dalla visione libera e condivisa come anche dimostrato dal fatto che Gatta Cenerentola è stato realizzato grazie a un software d’animazione open source di nome Blender: «Un programma gratuito che si trova in rete dove ogni utente può apportare delle modifiche. Con il contributo di tutti, il software si autoalimenta e migliora giorno dopo giorno. Questo tipo di strumento, oltre a piacerci come filosofia di lavoro, ha permesso di abbassare molto i costi di produzione. Gatta Cenerentola è probabilmente il primo lungometraggio animato realizzato con Blender, ne siamo orgogliosi».

UNA NUOVA  PIXAR? UN NUOVO STUDIO GHIBLI?
Se il produttore Luciano Stella la continua a descrivere “una piccola factory napoletana”, è chiaro che dopo L’arte della felicità e Gatta Cenerentola i pazzi della MAD Entertainment sono i “piccoli eroi” dell’animazione italiana, un cinema animato che affonda con orgoglio le radici nella realtà locale ma che è in grado di affascinare un pubblico internazionale. La MAD è un luogo di circolazione di idee e di fermento creativo che, sebbene non abbia mezzi paragonabili alla Pixar o allo Studio Ghibli, come queste le due società citate ha dimostrato di avere una forte identità di estetica e di tematiche. E questo in soli due film.

Nota conclusiva: proprio come per i film Pixar, Gatta Cenerentola sarà preceduto da un cortometraggio prodotto dallo stesso studio: Simposio suino in re minore.

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