Lost: perché NON è un capolavoro – Il binomio fede e scienza

Dopo aver letto lo speciale del regista Fabio Guaglione, un nostro lettore risponde punto per punto con interessanti argomentazioni, infiammando il dibattito sulla serie di J.J. Abrams

In risposta all’articolo (eccessivamente) entusiasta di Fabio Guaglione (che consiglio caldamente di leggere in generale, ma che è assolutamente necessario leggere per comprendere i punti salienti delle obbiezioni che propongo).

Leggi Il binomio fede e scienza di Guaglione.

Il binomio fede e scienza

(segue da) Qui si può dire tutto e il contrario di tutto. Se si mettono insieme frasi, anche banalizzando un po’, facendo ricorso a una filosofia spiccia, magari mettendo in inciso, la parola meccanica, vicino a quanti, tanto per fare scena, mescolando il tutto e agitando bene, si può arrivare a dire qualsiasi cosa. Io preferisco restare su Lost, sui concetti legati alla narratologia e alla morfologia del racconto. D’altro canto posso certamente condividere il passaggio sulla bravura degli attori. Quasi tutti ineccepibili. Molto meno i doppiatori: impossibile guardare Lost doppiato!

Forse il punto è che tra me e Fabio Guaglione, si potrebbe dire che rappresentiamo l’uomo di fede e l’uomo di scienze. E’ proprio ciò in cui crediamo – e la direzione nella quale guardiamo – a fare la differenza, nel nostro tentativo di intepretazione di Lost. Nel suo caso lui crede così tanto in questa serie che è lui stesso a creare il capolavoro, per un atto di fede. L’uomo di scienze invece analizza i dati a sua disposizione e nel caso di questo finale è quasi costretto ad andare nella direzione opposta: Lost è probabilmente un capolavoro mancato. Magari per poco, ma mancato! (continua)

Gli altri “capitoli” di Lost: perché NON è un capolavoro

Le lacrime

Gli ultimi minuti

Un messaggio semplice

La teoria spirituale

La teoria scientifica

I punti forti

Il linguaggio

I personaggi

Il binomio fede e scienza

I misteri

Una mania collettiva

L’utilizzo dei media

Let it Go

Vai allo speciale Lost: perché è un capolavoro.

Per conoscere tutto di Lost:

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Alfonso Papa ha frequentato il master biennale in Tecniche della narrazione presso la scuola Holden di Torino. Tra le altre cose ha collaborato con la casa editrice Einaudi in qualità di lettore e ha lavorato su alcuni set cinematografici, tra cui Radiofreccia di Luciano Ligabue e Un amore di Gianluca Tavarelli. Dal 1999 al 2007, prima per l’Associazione Cinema Giovani e poi per il Museo Nazionale del Cinema, si è occupato dell’organizzazione del Torino Film Festival. Attualmente lavora in qualità di production manager per la Film Commission Torino Piemonte. Lo scorso marzo era tra i giurati della manifestazione cinematografica Piemonte Movie 2010.

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