Fratelli unici: la recensione di Eva Carducci

I due attori più belli del cinema italiano sotto lo stesso tetto cinematografico. Luca Argentero e Raul Bova sono due Fratelli Unici  nel film di Alessio Maria Federici. Aspirante attore dal conto in banca sempre in rosso Francesco (Luca Argentero) per sbarcare il lunario si adatta a fare lo stuntman, un lavoro precario che rispecchia la sua vita sentimentale, ridotta a un’interminabile sfilata di donne che passano senza lasciare il segno. Pietro (Raul Bova) è diametralmente opposto al fratello. Medico affermato ama più il suo lavoro della (ex) moglie (Carolina Crescentini). Tutto cambia quando a causa di un incidente Pietro perde la memoria e torna a vedere il mondo con gli occhi innocenti di un bambino.

La chimica fra Raul Bova e Luca Argentero è la forza portante dell’intero film. Quando i due fanno squadra (sia quando litigano e si scontrano, sia in quelle rare occasioni in cui vanno d’amore e d’accordo) si dimostrano affiatati, e l’intesa nata fuori dal set (non avevano mai lavorato insieme ma si sono trovati subito in sintonia) si trasforma sul grande schermo nell’energia motrice che porta avanti il film.

Fratelli Unici ricalca gli schemi della redenzione dei personaggi attraverso l’amore, non mostrandone però il processo. L’evoluzione dei protagonisti avviene in maniera troppo repentina e spesso e volentieri i meccanismi alla base del cambiamento non vengono neanche esplicitati, accadono e basta. Per questo Pietro improvvisamente ricorda particolari importanti della sua vita dimenticata e Francesco scopre che amare una donna, e farla entrare nella propria vita, non è poi così difficile.

La seconda occasione arriva e anche se non siamo in grado di coglierla, quando tutto sembra andare per il verso sbagliato, ci pensa l’amore, che risolve ogni cosa, proprio come nelle migliori delle favole. Uno sguardo buonista e ottimista che ricalca un po’ troppo il modello delle fiction della tv generalista nazionale. Una prospettiva un po’ naive e senza mordente, che più che impressionare lascia il cinico spettatore del terzo millennio piuttosto seccato dal buonismo imperante.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace
L’affiatamento fra Luca Argentero e Raul Bova, fratelli separati alla nascita

Non mi piace
La dose di buoni sentimenti troppo edulcorati e preconfezionati in stile fiction

Consigliato a chi
Ama gli happy ending e la commedia italiana scevra di drammi

Voto: 3/5

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