telegram

La furia dei titani: la recensione di Daniela Bizzarro

La furia dei titani: la recensione di Daniela Bizzarro

Quella di portare in scena un mito greco è sempre stata una ardua scelta. Se infatti i libri di epica forniscono da un lato numerosi spunti per un film action di successo, dall’altro nascondono delle insidie letali per un regista inesperto in materia , proprio come è accaduto a Jonathan Liebesman ( Non aprite quella porta: L’inizio) e il suo La furia dei titani.
Preferito a Louis Leterrier per la regia del sequel di quello che fu definito un clamoroso flop, scontro tra titani ( 500 milioni incassati in tutto l mondo) , Liesbesman ha davvero fatto tesoro delle critiche mosse al suo predecessore. Questa volta il 3d c’è e si vede.
L’eterna battaglia tra gli dei termina qui, in questo capitolo, per mano di Perseo. La vicende prende avvio con l’eroe che appesa la speda al chiodo, si dedica a tempo pieno all’attività di padre e pescatore. Qualcosa è però pronta a distruggere la sua tranquilla vita da mortale. Ade (Ralph Fiennes) e Ares (Édgar Ramírez) tramano alle spalle di Zeus (Liam Neeson). Pronti a tutto pur di distruggerlo i due stringono un patto con Crono. La loro immortalità in cambio dei poteri del re degli dei, colui che secoli addietro l’ha confinato nel tartaro. Toccherà ad un insicuro Perseo (Sam Worthington) rimettere apposto la situazione, spalleggiato da suo cugino, Il figlio di Poseidone, Agenore ( Bill Nighy ) e la regina guerriera Andromeda (Rosamund Pike).
La foga di voler rimediare al flop del precedente capitolo ha portato gli sceneggiatori di La furia dei titani a puntare più sulla spettacolarità che sulla linearità della trama che, risulta avere qualche piccola imperfezione; nonostante la storia sia ambientata nell’antica Grecia , le iscrizioni sulla tomba di Ilo sono in inglese attuale, il Minotauro e il labirinto fanno parte del mito di Teseo, non di Perseo , Pegaso ricorda sia per caratteristiche fisiche che per punti deboli quello presente nel famoso videogioco God o f war e, non finisce qui. I ciclopi, la scena di Zeus intrappolato nella lava e lo stesso Cratos, rappresentano la trasposizione in versione 3d di personaggi tratti dal cartone animato Disney “Hercules”.
Se si tralasciano questi particolari facilmente visibili solamente a chi ha visto o giocato con i suddetti titoli, La furia dei Titani resta comunque un film da vedere. La trama, nonostante le sue numerose falle, presenta comunque una linearità e, attraverso l’alternarsi di spettacolari duelli e scene sentimentali , vissute dai vari padri e figli presenti nella pellicola, appassiona lo spettatore incollandolo alla poltrona in attesa del finale.
Ottima l’intuizione che ha portato a lasciare più spazio ai personaggi di Zeus e Ade e, al loro rapporto di odio e amore che è in fin ei conti il motivo per cui il conflitto ha inizio.
Deludente Sam Worthington, che neanche durante la scena più commovente del film, quando la testa di uno Zeus ormai ridotto in sabbia, si stacca appoggiandosi alla sua spalla, riesce a cambiare espressione.
Bravo Bill Nighy, probabilmente a suo agio nei panni di Agenore, conferisce al personaggio uno spessore che lo rende credibile, quasi reale. Poco valorizzato se non del tutto assente il ruolo di Rosamund Pike, che resta in fin dei conti sullo sfondo della scena, senza aver la possibilità di poter mostrare il suo reale valore, in tutti i sensi.
Bellissime le scene d’azione che vengono risaltate in pieno dal sapiente utilizzo del 3d, che talaltro permette allo spettatore di godersi una realistica passeggiata all’interno del Tartaro, facendo attenzione agli innumerevoli massi cadenti e agli ostacoli “ pop out” che puntualmente gli vengono incontro.
In conclusione, La furia dei Titani è un film dalle poche pretese, che in fin dei conti riscatta le critiche mosse al suo predecessore. Molta più action ed effetti speciali caratterizzano una pellicola che fornisce , nonostante le numerose lacune, un ora e trenta di puro intrattenimento. A patto che si lascino a casa pretese mitologiche e spirito di critica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA