Star Wars: Visions, la sfida tra Jedi e Sith riparte con nove corti d’animazione. La recensione

Nove corti d'animazione giapponese, nove storie ispirate all'immaginario sci-fi più conosciuto al mondo

star wars visions
PANORAMICA
Regia (3)
Sceneggiatura (2.5)
Direzione della fotografia (3.5)
Montaggio (3)
Colonna sonora (3.5)

E se… Star Wars fosse un anime giapponese? Il pretesto produttivo dietro al nuovo Star Wars: Visions sembra arrivare direttamente da un episodio di What if…?, serie con cui la Marvel si sta divertendo a re-immaginare le sue storie più famose. LucasFilm invece non riscrive nulla, ma aggiunge: nove corti pensati per legare insieme la mitologia e l’immaginario di Guerre Stellari alla tradizione ed animazione giapponesi.

George Lucas ha sempre avuto un debito artistico enorme nei confronti della settima arte dell’Estremo Oriente e non è un mistero che senza Akira Kurosawa, I sette samurai e soprattutto La fortezza nascosta non ci sarebbe stato Star Wars. Ora l’immaginario legato a Jedi e Sith “torna a casa”: lo fa con nove anime realizzati da diversi studi d’animazione – Kamikaze Douga, Studio Colorido, Geno Studio, Trigger, Kinema Citrus, Production I.G e Science SARU – in una serie antologica che esplora con rispetto e ampiezza il mondo di Star Wars.

Ogni episodio ha uno stile diverso e inevitabilmente qualcuno finisce per diventare più pregnante di altri. Su tutti spicca il primo, The Duel, esplicito omaggio a La sfida del samurai, in cui un misterioso Ronin ingaggia una lotta con una ex Inquisitrice Sith armata di uno straordinario “ombrello-laser”: il loro scontro ha tutte le carte in regola per entrare tra i migliori mai visti, assieme a quelli dei vari Darth Maul, Obi Wan, Yoda e Conte Dooku.

Le spade laser – al centro della maggior parte dei racconti – non sono l’unico aspetto canonico esplorato nei corti. L’episodio I gemelli ripropone il tema della Diade della Forza, ma declinata al Lato Oscuro, e lo fa con spettacolari trovate visive; la questione ambientale è al centro di T0-B1 (ispirato ad Astro Boy) e Lop and Ochō; non mancano infine evidenti rimandi alla saga originale, specie grazie ai ritorni di Bobba Fett e Jabba in Tatooine Rhapsody, una rock opera ambientata tra scenari e personaggi ben conosciuti.

C’è tanta passione dietro alle storie di questi corti di Star Wars, la cui visione espressa nel titolo è proprio quella fresca e ispirata degli artisti e degli studi giapponesi che ci hanno lavorato con cura e fantasia. Chi più, chi meno, ogni episodio è in grado di lasciare enormi suggestioni ai fan della saga: assieme a The Mandalorian, un toccasana per i delusi dalla nuova recente trilogia.

Foto: LucasFilm

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