Star Wars: il risveglio della Forza: la recensione di Marita Toniolo

Partiamo subito dalle buone notizie, soprattutto per i fan della prima ora. Il risveglio della Forza è un film di Star Wars a tutti gli effetti, che poco ha a che fare con la trilogia prequel, con la quale non si rapporta e che in pratica ignora, dimostrando invece da subito profondo timore reverenziale verso il trittico primario, quello costituito dagli episodi IV-V-VI. Tanto che J.J. Abrams fa molto di più che prendere le mosse dal Ritorno dello Jedi,  recuperando addirittura la struttura narrativa di Una nuova speranza in tutto e per tutto. E poco importa che ci siano nuovi personaggi o nuovi legami di sangue, perché l’impianto è senza dubbio quello. E su questa premessa si basa qualsiasi ragionamento si voglia fare sul film.

J.J. Abrams sceglie la strada opposta a quella percorsa da Minaccia fantasma & Co., che sembravano quasi slegati dalla saga originaria, e comprende che bisogna fare i conti con la figura paterna lucasiana (uccidendola freudianamente, come Luke con Darth) per poter andare avanti e così mescola vecchio e nuovo con abile grazia, ma sbarazzandosi delle zavorre che gli appesantirebbero il viaggio. Quel che è chiaro da subito è che non vuole operare una rivoluzione, non ambisce a realizzare una nuova pietra miliare come fu l’Episodio IV nel 1977, perché è ben consapevole dell’eccezionalità rappresentata da quel “momento”, diventato lo spartiacque tra il cinema realizzato fino ad allora e quello pop/postmoderno con cui è cresciuta la maggior parte di noi; e con questo film dimostra un’accurata riflessione su quanto poteva essere creato di nuovo e quanto non poteva essere trascurato del vecchio. Va da sé che questo sia il punto di forza e al tempo stesso la debolezza più grande del film.

Se nel ’77 c’era un mondo da spiegare e introdurre: la Forza (che viene leggermente rivisitata opponendo Luce e Lato oscuro), i jedi, le creature della galassia, qua i giovani eroi gettati nell’arena sono cresciuti conoscendo già quegli elementi leggendari che possono essere quindi appena accennati perché parte di un patrimonio condiviso, in modo da avviare a manetta l’azione. Il film parte in quinta, con una prima ora piena di ritmo, inarrestabile e vorticosa, magnificata da un impianto visivo che mescola effetti speciali artigianali, pochissima CGI e un 3D degno di questo nome. Va fugato subito il timore sui nuovi personaggi, perché le new entry bucano lo schermo: la dinamica Rey (Daisy Ridley) che non vuole lasciare casa sua e il traditore Finn (John Boyega) che vuole abbandonare per sempre il malvagio Primo Ordine dopo avergli visto uccidere degli innocenti conquistano subito l’empatia dello spettatore e generano preoccupazione per la loro sorte. Senza trascurare il simpaticissimo BB-8.

Non tutto è riuscito in questo capitolo che nell’assolvere la sua funzione di ponte tra passato e presente svolge soprattutto la mission di premessa alle avventure future, lasciando molte domande aperte allo scopo di farci venire l’acquolina in bocca. A risultare poco convincente è soprattutto il Lato oscuro, che non riesce a proporre un villain lontanamente degno di Darth Vader, alternando una triade di cattivi di cui il più carente è sicuramente il Supremo Snoke (visivamente “potteriano” e senza spessore) e su cui spicca l’amleticamente dilaniato Kylo Ren. C’è poi qualche ridondanza di troppo e qualche momento what the fuck?, quando non tutti i passaggi della sceneggiatura tornano. La coppia Han Solo/Chewbe in pensione, ad esempio, funziona perfettamente, mentre la diade Solo/Leia incespica tra battute polverose, probabilmente uno dei momenti che più faranno storcere il naso al fandom.

Di ace però, Abrams ne mette a segno un paio fulminanti: un colpo di scena spavaldo e inaspettato (che reclama un applauso per l’inedito coraggio della Disney e l’autonomia creativa del regista) e un cliffhanger carico di attesa. Ci si poteva aspettare di più, senza scontentare la vecchia scuola e acquisire al Verbo nuovi adepti? La Disney avrebbe autorizzato un’operazione rischiosa – come quella che si accollò Lucas all’epoca – nei confronti del suo brand più prezioso? È il 2015, bellezza, e non possiamo farci niente, tranne che pregustare l’Episodio VIII.

Leggi la trama e guarda il film

Mi piace: i nuovi personaggi, i nuovi legami e il timore reverenziale per la saga originaria. Un colpo di scena inatteso e il cliffhanger

Non mi piace: la poca voglia di rischiare di Abrams. Il villain supremo

Consigliato a chi:
ai fan della prima ora e ai nuovi adepti

VOTO: 3/5

 

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