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Cinema ad effetto: Si vola con Superman (Puntata 19)

Ad acciuffare elicotteri impazziti e salvare donzelle in pericolo nel 1978 arriva l'indimenticabile Superman di Christopher Reeve

Cinema ad effetto: Si vola con Superman (Puntata 19)

Ad acciuffare elicotteri impazziti e salvare donzelle in pericolo nel 1978 arriva l'indimenticabile Superman di Christopher Reeve

Oggi pubblichiamo la diciannovesima puntata del nostro approfondimento sulla storia degli Effetti speciali al cinema, con cui ripercorriamo alcuni dei momenti più memorabili passati sul grande schermo.

A far (letteralmente) volare alto gli spettatori di tutto il globo arrivò nel 1978 l’indimenticabile Superman di Christopher Reeve. Anni di lavorazione e grattacapi per i suoi produttori e per il regista Richard Donner diedero vita a uno dei film più amati di tutti i tempi e che riscosse subito un immenso successo ai botteghini. Un successo reso possibile dall’immenso sforzo impiegato dalla produzione proprio nel settore degli effetti speciali, che per un film in cui il protagonista è un supereroe che vola, solleva elicotteri e acchiappa fanciulle in caduta libera dai tetti dei grattacieli non potevano certo passare in secondo piano. A far volare tra gli edifici di Metropolis l’attore Christopher Reeve e con lui milioni di spettatori furono l’impiego del blu screen e della front projection, che permettono di combinare immagini in primo piano con altre immagini prefilmate sullo sfondo.

A rendere ancora più credibile l’incredibile furono una minuziosa cura della fotografia e dell’illuminazione, nonchè l’invenzione del sistema zoptic, basato sull’uso di particolari lenti ottiche e di uno studio di zoom in e zoom out delle telecamere sincronizzate ad hoc. L’impiego della tecnologia non evitò comunque al protagonista (che degli stuntmen pare si sia servito relativamente poco) il compito di dover dar prova del proprio coraggio lasciandosi legare anche a 15 metri di altezza. Tra gli altri prodigi resi possibili da effetti speciali da Oscar si contano la mitica Fortezza della Solitudine, di cui fu realizzato un “modellino” in scala uno a uno (combinato talvolta con l’uso del matte painting) e la distruzione della diga di Hoover per la quale fu adottata la tecnica della slow motion, una sorta di rallenty (che troverà la sua “sublimazione” oltre 20 anni più tardi in Matrix) che permise di  simulare lo scorrere di un’enorme quantità d’acqua. Grazie a tutto ciò e naturalmente a un cast, una sceneggiatura e una regia combinate al meglio, Superman chiarì una volta per tutte che da quel momento in poi i film evento non sarebbero stati più solo quelli storici o d’avventura ma anche quelli fantastici e di fantascienza.

Superman – La corsa con il treno (clicca sulla foto per vedere il video)


Un giovanissimo Clark tira un calcio al pallone da football e lo manda in orbita (minuto 0:54) poi corre superando un treno in velocità. Dal finestrino a guardarlo col binocolo c’è una certa Lois Lane…

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