New York Movies: Harry ti presento Sally. Alla scoperta delle location del film

Ottava puntata del nostro speciale sulla città americana e sui film che sono stati girati nelle sue strade

Possono un uomo e una donna essere amici? Se a porsi questa domanda vecchia come il mondo sono Rob Reiner e Nora Ephron, rispettivamente regista e sceneggiatrice del film Harry ti Presento Sally (When Harry Met Sally…), colti l’uno in piena crisi individuale perché appena lasciato dalla moglie e l’altra in una fase di esuberante creatività ed energia, quello che ne viene fuori è la migliore commedia romantica degli anni ’90 (il film è stato girato nel 1989) e, stando all’American Film Institute, la 23esima miglior commedia della storia del cinema.

Harry Burns: «Ceniamo insieme? Da amici!»

Sally Albright: «Non dicevi che uomini e donne non possono essere amici?»

Harry Burns: «E quando l’ho detto?»

Sally Albright: «Tra Chicago e New York!»

Harry Burns: «No, no no no no, non l’ho mai detto! …Sì, hai ragione, non possono essere amici»

 

La storia è questa: Harry Burns (Billy Crystal) e Sally Albright (Meg Ryan) s’incontrano tre volte nell’arco di dieci anni e lui, dopo averci provato ogni volta ci prova senza grandi risultati. Non resta altro che diventare amici ma poi, un bel giorno… devo continuare?

Il film inizia a Chicago da dove i due protagonisti una volta finita l’università si trasferiscono a New York per iniziare le rispettive carriere e per dare corpo a una sceneggiatura frizzante, ricca di battute e situazioni divertenti con in sottofondo alcuni tra i migliori standard del vocal jazz americano, sia in versione originale che reinterpretati da Harry Mc Connick Jr.

Senza nulla togliere al regista, la forza trainante del film è la sceneggiatura della Ephron, sulla cui recente scomparsa Michael Bloomberg, sindaco della Grande Mela, ha dichiarato: «La morte di Nora Ephron è devastante per la comunità artistica di New York. Dagli esordi nella stampa newyorchese ai grandi successi di Hollywood, Nora amava le buone storie newyorchesi e ha saputo raccontarle come nessun altro».

E quella del cinico ma buono Harry e della smorfiosa ma intelligente Sally è un’ottima storia newyorchese, che porta nella metropoli degli anni ’90 i ritmi della commedia romantica anni ’40, quelle con Spencer Tracy e Katharine Hepburn per intenderci, rinnovandone dialoghi e tematiche secondo il miglior stile del maestro Woody Allen, senza falsi moralismi ma anche senza gratuite volgarità.

DA CHICAGO AL GREENWICH VILLAGE

Harry Burns: «Nessun uomo vuole essere amico di una donna che trova attraente, vuole sempre portarsela a letto»

Sally Albright: «Allora stai dicendo che un uomo riesce ad essere amico solo di uan donna che non trova attraente?»

Harry Burns: «No! Di norma vuole farsi anche quella»

Sally Albright: «E se lei non vuole venire a letto con te?»

Harry Burns: «Non importa, perché il click del sesso è già scattato,quindi l’amicizia è già compromessa e la storia finisce lì»

Sally Albright: «Ah. Credo che non saremmo amici allora»

Harry Burns: «Credo di no»

Sally Albright: «È un peccato. Eri l’unica persona che conoscevo a New York»

 

Dopo il lungo viaggio da Chicago a New York City a bordo della malandata Toyota Corona Station Wagon del 1975 di Sally, i due si separano di fronte all’arco di Washington Square, nel cuore del Greenwich Village, piazza simbolo dell’anticonformismo e della libertà di espressione nella storia del quartiere. L’arco di Washington ha una storia curiosa. Nel 1899 per celebrare il centenario della presidenza di George Washington venne eretto un arco in stucco e legno, progettato dal famoso architetto Stanford White e destinato ad essere rimosso dopo le celebrazioni. Il successo e l’ammirazione verso l’arco provvisorio fu tale che, appena due giorni dopo la sua inaugurazione, all’architetto venne commissionata la versione in marmo. Modellato sull’Arco di Trionfo parigino, fu completato nel 1892 e ancora oggi è uno delle principali attrazioni di Washington Square Park e della città intera.

CONFIDENZE SUL LAGO

Sally Albright: «Io e Joe abbiamo rotto».

Alice: «Cosa?»

Marie: «Quando?»

Alice: «E aspetti tre giorni a dircelo!»

Passa il tempo: Sally ha troncato con il belloccio/fantoccio Joe e, come dice l’amica Marie (la mitica Carrie Fisher ex principessa Leia di Star Wars) «è di nuovo su piazza». Per questo genere di chiacchiere ci vuole un posto adatto, tranquillo, riservato quanto basta, con camerieri discreti che sanno quando è il momento di avvicinarsi senza interrompere la conversazione. Siamo nella Loeb Boathouse, dentro Central Park, sulla 72th Street angolo nord della Park Drive. La struttura in stile vittoriano è del 1950 e riprende lo stile di quella più antica di fine ottocento andata distrutta in un incendio. Tra le curiosità di questa boathouse c’è la possibilità di effettuare un giro sul laghetto con un’autentica gondola veneziana…

RIVELAZIONI DA SHAKESPEARE AND CO.

Marie: «C’è uno che ti fissa dal reparto “Psicanalisi e Donne”»

 

Harry e Sally si rincontrano in uno dei momenti critici della loro vita. Lei si è lasciata e lui sta per divorziare. L’incontro e la reciproca ammissione del loro nuovo stato di single avviene in uno degli store della libreria indipendente Shakespeare and Co. al n. 2259 della Broadway, angolo 81th Street angolo Broadway Street. Questo punto vendita è stato chiuso dopo che la grande catena di librerie Barnes & Noble ha aperto nel vicino Lincoln Center, ma altri quattro sono attivi in città, in prossimità delle maggiori università. Oggi al posto della libreria c’è Essentials Plus, un grande drugstore dove trovare medicine da banco, ma anche prodotti per i capelli, palloncini per le feste e scherzi di carnevale. Ognuno però è libero di considerare essenziale quello che vuole, sia chiaro.

UNA DONNA PER AMICO

Sally Albright: «Ti va di cenare con me qualche volta?»

Harry Burns: «Stiamo diventando amici, vero?»

Sally Albright: «Beh… sì»

Harry Burns: «Fantastico! Un amico donna…»

«Può darsi che non sappia cosa dico, scegliendo te una donna per amico». Così cantava Lucio Battisti nel 1979 e, anche se credo che sia Rob Reiner che Nora Ephron abbiano mai ascoltato questa canzone, il verso ci sta a pennello.

Sono trascorsi dieci anni da quel viaggio da Chicago a New York, quando Harry ci ha “ignobilmente” provato con Sally e i tempi sono maturi per fare una chiacchierata a cuor leggero, nonostante qualche piccola ferita nell’anima. Ma forse sono proprio le vicissitudini che li hanno messi in condizione di parlare serenamente, senza però risolvere mai la questione dell’amicizia tra i due sessi. Ad agevolare il dialogo c’è lo splendido set naturale e, soprattutto, autunnale della 77th Street e Central Park West.

Harry e Sally ne faranno altre di passeggiate d’autunno a Central Park. E parleranno, parleranno, parleranno. Proprio come due grandi amici.

PAPRICA E PEPE

Harry Burns: «Senti, ho deciso: per il resto della giornata noi dovremo parlare (altera la voce serrando la mandibola, ndr) “così”»

La gag vocale tra i due che giocano come ragazzini parlando con la voce a papera avviene dentro il Metropolitan Museum, al n. 1.000 della 5th Avenue, angolo 82th Street, che confidenzialmente gli americani chiamano “The Met”, uno dei più grandi musei del mondo. Tra le diciannove sezioni che occupano oltre 180.000 metri quadri (sì, centottantamila) il dialogo farcito di pepe, paprica e pasticcini da piluccare (traduttori e doppiatori hanno avuto il loro bel da fare per rendere al meglio la scena) ha luogo nell’ala egizia, dentro la sala che ospita il tempio di Dendur, proveniente dall’Egitto e ricostruito nel museo americano negli anni ’60.

CON ME NON FINGE NESSUNA…

Sally Albright: «A tutte le donne è capitato di fingere»

Harry Burns: «Beh, non hanno mai finto con me»

Sally Albright: «Come lo sai?»

Harry Burns: «Perché… lo so»

Sally Albright: «Ah! Già… giusto, dimenticavo, sei un uomo»

Harry Burns: «E questo che vuol dire?»

Sally Albright: «Niente, tutti gli uomini giurano che non è successo mai, e tutte le donne prima o poi hanno finto. Tira le somme…»

Harry Burns: «E io non so riconoscere la differenza?»

Sally Albright: «No»

Harry Burns: «Sei ridicola…»

E veniamo alla scena di culto, quella che tutti ricordano e citano quando si parla di questo film. Stiamo parlando dell’orgasmo simulato da Sally per smentire la prosopopea di Harry, il quale sostiene che con lui nessuna ha mai finto e che saprebbe accorgersi subito se una donna con lui sta fingendo.

Sally molla nel piatto il sandwich al pastrami e si esibisce in una performance che ha fatto la fortuna del film, dell’attrice e dello storico locale Katz Delicatessen, confidenzialmente “Katz Deli”, al n. 205 E Houston Street, nell’East Village.

L’estasi di Sally si conclude con la celebre battuta della signora del tavolo accanto che ordina «quello che ha preso la signorina». La signora, a titolo di curiosità, era in realtà la mamma del regista Rob Reiner.

Aperto sin dal 1888, il Katz Deli è specializzato in piatti e spuntini tipici della cucina ebraica come il sandwich di pastrami che mangia Sally, ma anche nei classici hot dog e hamburger. Dal soffitto sopra il tavolino della celebre sequenza  pende un cartello con su scritto “Where Harry met Sally… Hope You Have What She Had!” (Dove Harry ha incontrato Sally… Spero che tu possa provare quello che ha provato lei!).

Non c’è bisogno di dire che, nonostante siano passati quasi quindici anni, per sedersi lì c’è sempre la fila.

WINTER WONDERLAND

Sally Albright: «Grazie per avermi portato fuori stasera»

Harry Burns: «Non dire sciocchezze e l’anno prossimo, se tutti e due siamo ancora soli, sei prenotata!»

Dall’autunno si passa all’inverno e – inevitabilmente –  al Natale, quando ogni single si sente ancora un po’ più single. Dopo una carrellata di classiche immagini natalizie della New York innevata ritroviamo i nostri protagonisti in uno dei vivai più famosi della città. Siamo da Plant Shed, al n. 209 West della 96th Street. Harry e Sally comprano lì un albero di Natale che trascinano a piedi sui marciapiedi imbiancati della 96th Street, passando davanti alla chiesa dei frati francescani di Holy Name of Jesus al n.207.

TUTTI A CENA

Harry Burns: «Guarda che Sally ordina da Dio. Non solo sceglie la cosa migliore del menù, ma la ordina in modo che anche lo chef rimane a bocca aperta»

Quella di Harry e Sally non è l’unica storia d’amore del film. A innamorarsi, e poi a sposarsi, sono anche Marie, la migliore amica di Sally, e Jess (Bruno Kirby) il miglior amico di Harry. I due si conoscono durante una cena a quattro dove il finale era stato invece programmato per far innamorare il misogino Jess di Sally e Harry della rovinafamiglie Marie. In questo girotondo amoroso sono proprio gli amici degli amici ad andare al sodo e a lasciare Harry e Sally con la loro amicizia ma anche con le loro solitudini. Il ristorante galeotto è il Cafè Luxembourg al n. 200 della 70th Street, lato ovest. Cucina e atmosfera francesi e prezzi ragionevoli, almeno stando alle guide che indicano una spesa dai 30 ai 50 dollari a persona.

LISTA DI NOZZE

Sally Albright: «Harry, siamo qui per Jess e Marie!»

Harry Burns: «Lo so, lo so, troveremo qualcosa, c’è roba fantastica qui!»

Sally Albright: «Era meglio andare al vivaio»

Harry Burns: «Ecco, è perfetto per loro: Un casco con ventilatore incorporato!»

Passano solo quattro mesi dalla cena al Luxembourg ed è già tempo per Harry e Sally di comprare il regalo di nozze per i loro migliori amici. Il negozio è uno della catena The Sharper Image, store di gadget e novità tecnologiche il cui confine tra la genialità e l’inutilità non è sempre ben definito. Il negozio dove Harry, dopo aver provato il karaoke con Sally, incontra la sua x moglie Helen sta, o meglio stava, al n. 4 West della 57th Street perché oggi al posto di questo punto vendita c’è una filiale della Bank of America.

BROWNSTONE

Harry Burns: «Beh, all’inizio è tutto perfetto, siete innamorati, siete felici ed è meraviglioso. Ma dovete sapere che presto o tardi vi accapiglierete per chi dovrà tenere questo oggetto (tiene in mano un piatto, ndr). Questo oggetto da otto dollari vi costerà migliaia di dollari in telefonate ai rispettivi avvocati divorzisti!»

La storia di Jess e Marie fa da contraltare al rapporto tra Harry e Sally. La vicenda parallela dei coprotagonisti è uno strumento narrativo che arricchisce il film, non un semplice stacco dalla trama principale. E lo arricchisce anche dal punto di vista delle location, perché i due vanno a vivere al n. 32 della 89th Street, Central Park West. L’appartamento è in una bella palazzina in mattoni rossi (“brownstone”) nell’Upper West Side, una delle zone residenziali più eleganti della città.

HAPPY ENDING… AND HAPPY NEW YEAR

Harry Burns: «Che gusto c’è a stare una stupida festa facendo finta di divertirsi…»

E siamo al lieto fine con party di capodanno incluso. È di nuovo tempo di feste e Sally va ad un ballo di fine anno insieme a Jess e Marie, mentre Harry “solo se ne va per la città” sulle note di It Had to Be You cantata da Frank Sinatra. Ma solo ci resta poco. Prima che Sally decida di salutare gli amici e tornarsene a casa Harry si fionda nella Skylight Ballroom del Puck Building, sala da oltre 300 posti in uno dei grattacieli storici della città, luogo di feste, matrimoni e convention, al n.295 di Lafayette Street in piena downtown.

I newyorkofili storceranno il naso perché l’ingresso esterno non è quello del vero Puck Building, palazzo storico della città completato nel 1893, ma quello dell’Hotel Park Plaza di Los Angeles (n. 607 South Park View Street). Questo perché se la sala da ballo newyorkese era considerata perfetta per il regista meno lo era la facciata del palazzo, probabilmente troppo sontuosa per la scena così come Rob Reiner l’aveva immaginata.

È nella sala da ballo del Puck Building che Harry e Sally, finalmente, la smettono di essere amici e il loro film, ancora oggi, è una delle trame newyorkesi più amabili. Ripercorrerne le location durante una vacanza può essere uno dei tanti modi per conoscere la città, per poterla vivere sia con le emozioni del turista che del native New Yorker.

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La sezione New York Movies è curata da Francesco Argento. Giornalista pubblicista, vive a Roma, si occupa di cinema, letteratura e fumetti, e dal 1995 al 2006 ha collaborato all’edizione italiana di Batman curando articoli e redazionali. È un appassionato studioso della città di New York, alla quale ha dedicato il blog Romanzi a New York.

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