«Quando l’ho fatto è venuto spontaneo, non era premeditato per niente. Però ho pensato: ho appena mancato il discorso ufficiale della mia fidanzata, come posso farmi perdonare? E poi mi si è accesa la lampadina: sto prendendo il diploma, non mi importa niente di cosa pensano tutte le persone presenti, gli insegnanti, i compagni di scuola, fra poco non li rivedrò più, che andassero tutti a quel paese! Ho voglia di divertirmi, fare pace con la mia ragazza e di imbarazzarla di fronte a tutti… Così l’ho baciata».
Andrew Garfield racconta la sua improvvisazione sul set di The Amazing Spider-Man 2, un momento spontaneo talmente ben riuscito da diventare parte del copione. «Uno script molto azzeccato: il primo film era troppo impegnato a spiegare le origini di Spider-Man, questo è meglio».

Senza spoilerare, puoi spiegarmi perché?
«La storia è più bella, su vari livelli e più ricca. Non verte tanto su di me, sembra più un racconto d’insieme. Sono molto più convinto della bontà di questo film di quanto non lo fossi del primo».

Eppure il primo è stato un successo.
«Vero, ma queste mie sensazioni esulano dai risultati al botteghino. Credo dipenda dal fatto che all’inizio ho avuto qualche perplessità sulla necessità di raccontare di nuovo la storia dalle sue origini. Ora che non lo dobbiamo più fare, per me va decisamente meglio».

E allora come mai, dopo aver letto quel primo copione, hai deciso di firmare per tre film?
«È vero, ho letto il copione e avevo dei dubbi. Ci ho pensato molto ma poi non ne ho potuto fare a meno… non sono riuscito a strangolare il fan dell’Uomo Ragno che è in me! Mi sono detto: “Non c’è modo che io possa dire di no, a nessun costo”».[…]

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(Foto: Getty Images)