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Cannes 2012, Garrone: «Il sognatore di Reality e’ un incrocio tra Toto’ e Robert De Niro»

Il regista di Gomorra, presente in concorso con il suo nuovo film, definisce cosi’ il protagonista Aniello Arena. Assente sulla Croisette perche’ detenuto in carcere

Cannes 2012, Garrone: «Il sognatore di Reality e’ un incrocio tra Toto’ e Robert De Niro»

Il regista di Gomorra, presente in concorso con il suo nuovo film, definisce cosi’ il protagonista Aniello Arena. Assente sulla Croisette perche’ detenuto in carcere

E’ un Garrone timido come sempre quello che si presenta davanti ai giornalisti e ai fotografi alla conferenza stampa di Reality, il suo nuovo film presentato oggi in concorso sulla Croisette. Film che racconta di un sogno divenuto ossessione e di un’ossessione trasformatasi in follia (leggi la recensione), Reality esplora come emblematicamente suggerito dal titolo la morbosita’ sviluppata dal pubblico nei confronti dei reality show e dei suoi protagonisti. Il film e’ stato accolto positivamente dalla stampa internazionale, affezionata a Matteo Garrone dopo la prova di Gomorra.
Ai cronisti presenti, con estrema onesta’, ha raccontato della crisi creativa sofferta in seguito al grande successo del film tratto dal romanzo di Roberto Saviano, che qui vinse il Gran Prix Speciale della Giuria nel 2008.
«Dopo Gomorra volevo fare un film più sorprendente, ma intanto il tempo passava e mi rendevo conto che piu’ tergiversavo e piu’ andavo incontro alla catastrofe. Poi, all’improvviso ho trovato una storia piccola, che mi sono reso conto poteva anche diventare metafora di qualcosa di più grande. E ho deciso di ripartire da lì».
A chi gli contesta di aver fatto un film troppo timido, perche’ dopo Gomorra era chiaro che ci si sarebbe aspettato da lui e dal produttore che aveva sostenuto quel film (Domenico Procacci) un gangster–movie, mentre con questa piccola storia sulla tv sembra essersi tirato indietro, ha risposto che non era sua intenzione tornare su un genere gia’ esplorato e che anche nel raccontare la passione di quest’uomo per il reality show non aveva intenti sociologici: «Io e miei sceneggiatori non abbiamo scritto questa storia avendo in mente una denuncia, volevamo raccontare una favola, con un simbolismo di fondo».
La domanda del giornalista ha provocato anche la pronta reazione del produttore Procacci, che ha replicato: «Reality non e’ affatto un film timido, perche’ descrive molto bene quello che si propone di raccontare e trovo che avere preso distanza da Gomorra sia stato un atto coraggioso».
Il moderatore della conferenza ha poi chiesto a Garrone come mai il protagonista del film, Aniello Arena, non fosse presente a Cannes. Il regista ha spiegato che, pur con grande rammarico di tutti, non ha potuto partecipare a causa della sua condizione di carcerato. «Ho sempre ammirato molto la bravura di Aniello e il suo lavoro nella Compagnia della Fortezza. Per me e’ un incrocio tra Toto’ e Robert De Niro. Lo avrei gia’ voluto per Gomorra, ma allora il magistrato non mi diede il permesso; oggi non puo’ essere qui perché sta ancora finendo di scontare la sua pena. ».
Sul tema reality e sulla scelta del Grande Fratello rispetto a qualsiasi altro spettacolo dello stesso genere ha spiegato: «Non ci interessava confrontarci su un programma piuttosto che un altro, l’importante per noi era creare una sorta di Eldorado a cui questo pescivendolo potesse aspirare». E ha aggiunto: « Il nostro personaggio è un Pinocchio moderno e c’è stato davvero un grillo che è arrivato sul set anche se sembra inventato».
Anche alla domanda sulla follia come fenomeno generalizzato che sembra aver colpito il nostro Paese, nicchia: «Il confine tra realtá e sogno e’ labile e penso che non sia giusto generalizzare. Non mi sento di dire che sia una storia rappresentativa di tutto il Paese».

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