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C’è un nuovo Mr. Darcy in città: la nostra recensione della prima londinese di Orgoglio e Pregiudizio con David Oakes

Da I pilastri della terra, I Borgia e The White Queen, all'Open Air Theatre di Regent’s Park: faccia a faccia con l'attore che in TV è abbonato ai ruoli da canaglia

C’è un nuovo Mr. Darcy in città: la nostra recensione della prima londinese di Orgoglio e Pregiudizio con David Oakes

Da I pilastri della terra, I Borgia e The White Queen, all'Open Air Theatre di Regent’s Park: faccia a faccia con l'attore che in TV è abbonato ai ruoli da canaglia

Premessa
Anche la pioggia, che non aveva dato tregua nelle ultime serate londinesi, non ha osato interrompere la magia creatasi sul palcoscenico del teatro all’aperto di Regent’s Park. In un’atmosfera semplice e famigliare caratterizzata da carne cucinata sulla brace e cocktail a tema come il Bennet Pride (a base di vodka ed essenza di viola), si è svolta la prima per la stampa di uno dei capolavori letterari di Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio.

Lo spettacolo
Diciamolo subito, nel caso qualche maschio stesse storcendo il naso: dimenticate il romanzo capace di infrangere il cuore delle vostre donzelle perché l’adattamento teatrale di Simon Reade è, pur nella sua semplicità, comico e irriverente. Inevitabile che buona parte del romanzo vada perduta o, meglio, compressa; ma, in conclusione, la sceneggiatura funziona accontentando anche gli appassionati della lettura austeniana.

Nell’anfiteatro, praticamente esaurito per l’occasione, la scenografia è essenziale: un palco circolare in grado di ruotare a 360°, un pianoforte, poche sedie, e una struttura in ferro a dividere in due la scena per separare gli ambienti.
Mr. Collins (Ed Birch, Sherlock) e Mrs. Bennet (Rebecca Lacey) catturano l’attenzione portando i difetti dei loro personaggi all’estremo e rendendoli comicamente grotteschi. Il debutto sul palcoscenico di Jennifer Kirby nel ruolo di Elizabeth Bennet è più che convincente; ma è David Oakes (I pilastri della terra, I Borgia, The White Queen) ad essere sotto speciale osservazione.

Sin dal suo ingresso, la sua presenza riempie la scena. Anche nei momenti di quadro, lo sguardo intenso e il portamento rendono il suo personaggio, seppur statico e silenzioso, fortemente percepibile.
Bastano pochi minuti a Oakes per far sì che i miti di Colin Firth e di Matthew Macfadyen nel ruolo diventino un ricordo lontano e sfocato.
Il finale, poi, è ingegnoso: ogni personaggio legge una lettera che, in pochi istanti, ci mette al corrente di quale sarà il suo destino.
Quando le luci si spengono, le uniche stelle a brillare sono quelle in carne ed ossa presenti sul palco e, in platea, si respira la completa approvazione dei presenti.

Faccia a faccia con Mr.Darcy
Abbandonati tait nero, stivali e doppiopetto argentato, David Oakes raggiunge il giardino antistante l’anfiteatro.
Ancora teso in attesa di percepire se a regnare è un senso di approvazione o di disappunto, si rilassa quando, dopo essersi messo in posa per le fotografie di rito, i fotografi gli fanno notare che, nonostante il look sportivo (un paio di jeans e la camicia fuori dai pantaloni), continua a mantenere la posizione da Lord con le mani incrociate dietro la schiena ritta. Si scioglie con un sospiro di sollievo in un sorriso rilassato e si dedica alle persone che lo circondano raccontando di alcune battute che lo hanno innervosito, mandandolo “fuori di testa”.

Racconta di come si sarebbe facilmente arricchito se avesse collezionato un penny per ogni volta che negli ultimi mesi gli è stato chiesto se, in caso di pioggia, avremmo visto Mr. Darcy inzuppato con la camicia trasparente (se ve lo state chiedendo anche voi la risposta è sì, si era preparato, vista la buona possibilità di un esordio umido, ad abbandonare la giacca per permettere alla camicia di raggiungere lo stesso effetto bagnato tanto caro alle versioni televisive).
Sottolinea come il personaggio nato dalla penna di Jane Austen sia l’antidoto ai personaggi poco raccomandabili – stupratori e psicopatici – che lo hanno reso famoso sul piccolo schermo.

Appassionato di musica, soprattutto di quella folk, suona il clarinetto, e il suo sogno nel cassetto è la regia.
Il mio desiderio è essere un regista professionista; ma ho sempre pensato che, se volevo esserlo, dovevo prima essere diretto da professionisti per capire davvero il mio ruolo. Dopo sette anni di recitazione sto iniziando con i primi esperimenti che mi auguro, un giorno, possano portarmi là da dove ero la partito.

Oroglio e pregiudizio sarà all’Open Air Theatre di Regent’s Park fino al 20 luglio; sicuramente una tappa obbligata per chi avrà l’occasione di trascorrere alcuni giorni nella capitale Britannica.

Foto:   © Francis Loney

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