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«Ecco come ho sconfitto il cancro», Mark Ruffalo al Giffoni parla della sua malattia

Il Festival è in programma fino a domenica 26 luglio

«Ecco come ho sconfitto il cancro», Mark Ruffalo al Giffoni parla della sua malattia

Il Festival è in programma fino a domenica 26 luglio

Protagonista assoluto della seconda giornata del Giffoni Film Festival 2015 è stato sicuramente Mark Ruffalo, che accompagnato dalla moglie ha parlato della sua esperienza di attore, dell’interpretare Hulk al cinema e anche del cancro avuto anni fa, un tumore benigno al cervello che gli aveva causato una paralisi facciale, dal quale fortunatamente si è però del tutto ripreso.

Quando un giovane giurato malato di cancro gli chiede come sia riuscito a sconfiggere la sua malattia, l’attore ha risposto: «Sì, ho avuto un tumore diversi anni fa, che mi ha causato una parlasi parziale del viso. Quanta paura può avere un attore di non muovere più la faccia? Beh, potete immaginarlo. Mi hanno aiutato molto mia moglie e miei figli, uno dei quali al tempo era nato appena due settimane prima della mia operazione. Ho anche pregato molto, cosa che non ero abituato a fare. Avevo paura di tutto, di non essere più espressivo in particolare, allora mi dicevo che avrei potuto fare il regista o lo sceneggiatore se non avessi più potuto recitare. Poi ho cominciato la riabilitazione. È stata dura con tutte quelle sedute di agopuntura, ma un giorno, in macchina con mia moglie, ho sentito le palpebre muoversi e ho urlato come un pazzo “Oh mio dio, posso tornare a recitare!”».

I ragazzi applaudono l’attore, che guardando però il ragazzo che gli ha posto la domanda afferma: «Non conosco la tua situazione, ma vedo che sei molto giovane, e per questo voglio dirti: ragazzo, sei tu il mio eroe!».

L’attore poi spende alcune parole su Festival: «L’amore innocente di questi ragazzi per il cinema è fantastico. Non mi aspettavo una simile accoglienza, anche se non sono sorpreso perché conosco il calore delle mie tradizioni. È estremamente vero quello che diceva Truffaut, che questo è il Festival più necessario».

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