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Lupo della notte, l’intervista a Giovanni Ficetola e Matteo Fontana

Il duo di registi racconta l'action-noir indipendente... "Un film volutamente amorale che non pretende di inviare messaggi"

Lupo della notte, l’intervista a Giovanni Ficetola e Matteo Fontana

Il duo di registi racconta l'action-noir indipendente... "Un film volutamente amorale che non pretende di inviare messaggi"

Giovanni Ficetola e Matteo Fontana, i due registi del mediometraggio Lupo della notte, ci raccontano i retroscena del loro action-noir…

Scopri la trama, il trailer e le foto dal set di Lupo della notte.

BEST MOVIE: Come vi siete conosciuti? Da quando lavorate insieme e perché? Quali sono i vostri ruoli specifici nel duo?
MATTEO FONTANA
e GIOVANNI FICETOLA: Ci siamo conosciuti nell’ottobre 2005 in occasione di una mostra di videoarte di Giovanni, di cui io ero il curatore. Lavoriamo assieme da allora. Abbiamo cominciato con cose piccole (cortometraggi, sviluppo sceneggiature) per arrivare al primo traguardo importante con “Lupo della Notte”. I nostri ruoli sono molto facili da distinguere: Matteo è la mente e Giovanni il braccio! Ci integriamo molto bene perché Matteo è più teorico, Giovanni più pratico e ci fondiamo perfettamente in sede di regia, senza calpestarci i piedi l’un l’altro, cosa fondamentale per mantenere l’armonia sul set.

BM: Com’è nata l’idea del film?
MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: Non c’è un momento particolare in cui sia nata. E’ piuttosto il punto di arrivo di molteplici riflessioni ed esperimenti sul genere action. Abbiamo voluto tuffarci su un progetto di queste dimensioni perché volevamo metterci alla prova, e rischiare con una cosa concettualmente ambiziosa ma produttivamente gestibile.

BM: Perché avete deciso di intraprendere un progetto action?
MATTEO FONTANA
e GIOVANNI FICETOLA: Perché l’action è il genere secondo noi più rappresentativo degli ultimi 15 anni  nel cinema internazionale. In Italia è poco presente (per non dire assente!) e questo è stato uno stimolo in più a provarci. Inoltre, l’aver conosciuto il gruppo dei “Flying Without Fear”, lo stunt-team che ha gestito le sequenze di combattimento, è stato un fattore decisivo. Sono dei ragazzi che, seppur giovani, hanno già una notevole competenza, serietà e professionalità.

BM: Qual era il vostro budget? Che tipo di attrezzatura avete usato per le riprese? Quanto sono durate? Quante persone hanno preso parte al progetto?

MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: Budget: poco più di 10.000 Euro. Attrezzatura: ci siamo appoggiati a due società specializzate nel video professionale, Panatronics e Photofilm, per parco luci e attrezzature da macchinista (braccio, carrello, macchina del fumo…). Come camere abbiamo utilizzato una alta definizione spalleggiabile JVC per la maggior parte della lavorazione mentre, per le scene d’azione o che avessero caratteristiche fotografiche particolari, altre 3 camere sempre in alta definizione, tra cui una video-reflex. Tempo impiegato: dall’inizio alla fine il progetto ha richiesto circa un anno, maggior parte del quale per stesura della sceneggiatura e lavoro di casting, pre-produzione, prove, preparazione coreografie e scenografie. Due settimane intense di riprese e poco meno di cinque mesi per la post-produzione (montaggio, compositing, mixaggio audio e composizione colonna sonora originale). Persone che hanno preso parte al progetto: tra attori, stuntmen, cast tecnico, consulenti e comparse, siamo sulla sessantina di persone. La troupe regolare contava comunque mai meno di 12 persone. I numeri sono comunque elevati, 17 combattenti, 9 attori principali, innumerevoli comparse, due unità di regia, più ovviamente tutta la troupe.

BM: Descrivete in poche parole il vostro protagonista
MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: Lupo è un bravo ragazzo che vive alla periferia di una grande città italiana.  Coltiva le arti marziali per passione e con sincera ispirazione. Crede nella lealtà dello sport. Per generosità contrae debiti con uno strozzino, e per ripagarli è costretto a entrare nel mondo oscuro dei combattimenti clandestini. E’ un personaggio che attraversa un autentico percorso di dannazione, arrivando ad innamorarsi profondamente – come di una droga – del mondo della notte e dei “moderni gladiatori”.

BM: Qual è il messaggio del film?
MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: Il film è volutamente amorale e non pretende di inviare messaggi. Ovviamente, il pubblico potrà leggerci ciò che vorrà. Il nostro scopo era principalmente narrare una storia, i cui significati e il cui valore non sta a noi enunciare. Non è un film “contro la droga”, o “contro la violenza”, o “contro qualunque cosa”… Non è neanche un film “a favore”. Crediamo nel fatto che un film fatto bene e ricco di spunti interessanti valga di per sé come un messaggio culturale, senza bisogno di connotarlo profondamente. Con le dovute proporzioni, sarebbe come definire “Arancia meccanica” un’apologia della violenza!

BM: Il tema del doppio è uno dei più importanti. Perché avete voluto sottolinearlo?
MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: Il tema del doppio non è particolarmente sottolineato… diciamo che abbiamo voluto contrapporre anche e soprattutto visivamente il mondo della notte a quello del giorno. Tanto il primo è affascinante, suadente e colorato, quanto il secondo è grigio, spento e monotono.

BM: Qual è il ruolo delle figure femminili in questo mondo di “lupi” che avete dipinto?
MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: Abbiamo due figure femminili nel film, e rispecchiano la dicotomia di cui sopra. Una è “diurna”: la ragazza di Lupo, Elisa, che vive la quotidianità. Un personaggio a suo modo tragico e travolto dagli eventi. L’altra è “notturna”. Non a caso l’abbiamo chiamata Nix, la notte. E’ la espertissima procuratrice di incontri clandestini che prende Lupo sotto la sua ala. Non salvandolo, ma corrompendolo definitivamente.

BM: Quali sono i vostri film di riferimento, le vostre icone action? A quali opere/registi/attori vi siete ispirati?
MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: Anzitutto, e più di tutti, abbiamo tenuto presente il Michael Mann di “Miami Vice”, che secondo noi è uno dei film più importanti degli ultimi anni per quanto riguarda lo sviluppo del digitale al cinema. Tematicamente e fotograficamente è molto vicino a ciò che desideravamo: mostrare i cangianti  colori della notte in tutte le loro sfumature. Altri modelli che teniamo sempre in considerazione sono John Carpenter (grande “artigiano del cinema”!), il Ridley Scott di “Blade Runner”, senza dimenticare i modelli dell’action orientale, con cui bisogna sempre confrontarsi quando ci si avvicina al genere (John Woo, Johnnie To, Jackie Chan).

BM: Quali difficoltà avete affrontato nella lavorazione? Quali sono state le scene più difficili da girare e perché? A quali spunti avete dovuto rinunciare?
MATTEO FONTANA
e GIOVANNI FICETOLA: Difficoltà? Praticamente tutte quelle che potevamo incontrare le abbiamo incontrate! Ma anche affrontate al meglio delle possibilità offerte dal budget ridotto. Le scene più complesse sono state senza dubbio quelle di combattimento, per diversi aspetti: location, comparse, necessità di molto tempo per girare sequenze in fondo brevi. E poi le 4 macchine da presa da gestire, e gli attori da far interagire il più possibile con l’azione e l’ambiente. Nonostante i problemi avuti, però, non abbiamo dovuto rinunciare a nulla. La sceneggiatura era perfettamente attagliata sul budget e sul tempo di lavorazione.

BM: Quali sono i punti di forza del vostro film?
MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: Secondo noi, sono parecchi! Anzitutto la passione con cui tutte le persone coinvolte hanno affrontato l’impegno, portando tante idee e tante soluzioni ai problemi.  In particolare vorremmo sottolineare la bravura dei nostri attori, la professionalità dei combattenti, la creatività delle scenografe (che hanno fatto un lavoro davvero eccezionale coi pochi mezzi a disposizione) e l’attenzione con cui ci siamo dedicati a far emergere la storia senza che venisse fagocitata dalle scene d’azione. I combattimenti sono al servizio della trama, non viceversa.

BM: Avete già pensato a dei canali distributivi per Lupo? Se sì, quali?
MATTEO FONTANA e GIOVANNI FICETOLA: La pazzia con cui ci siamo avvicinati a questo lavoro consiste proprio nell’essere partiti senza una distribuzione. Puntiamo naturalmente a diffonderlo in festival, di genere e non. In ogni caso lo consideriamo un punto di partenza col quale mostrare anche e soprattutto agli addetti ai lavori ciò che siamo stati in grado di realizzare. Il nostro “biglietto da visita” per il mondo del cinema indipendente!

BM: Sogni nel cassetto? Progetti futuri?
MATTEO FONTANA
e GIOVANNI FICETOLA: Sogni moltissimi e progetti ancor di più. Sia corti che lunghi, non solo di genere action, ma anche di altri generi. Riteniamo infatti che il cinema di genere non sia da considerare inferiore rispetto al cinema più propriamente autoriale. In fondo, se ci si fa caso, la stragrande maggioranza dei registi contemporanei considerati “autori” fa film di genere (Scott, Nolan, Cameron, gli stessi fratelli Coen, che giocano coi generi di cui hanno una conoscenza e una padronanza assoluta). E non ci riferiamo solo a modelli statunitensi o anglofoni, bensì anche a registi orientali, europei o sudamericani. Per chiudere con un modello elevatissimo, ricordiamo che un certo Stanley Kubrick ha sempre fatto film di genere. Ringraziamo tutte le persone che hanno collaborato con noi consentendoci, con le loro competenze e la loro passione, di realizzare questo film e che, per motivi di spazio, non possiamo elencare. Una dedica tutta particolare, però, vorremmo lasciarla a Marcello Pietrangeli.

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