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A lezione di truffa con Will Smith. La recensione di Focus – Niente è come sembra

Colpo grosso sullo sfondo della Formula uno. Il divo americano, al fianco della splendida Margot Robbie, in un film che fonde glam e romanticismo

A lezione di truffa con Will Smith. La recensione di Focus – Niente è come sembra

Colpo grosso sullo sfondo della Formula uno. Il divo americano, al fianco della splendida Margot Robbie, in un film che fonde glam e romanticismo

Guardando Focus – niente è come sembra il primo elemento, che salta all’occhio e che non abbandona lo spettatore per tutto il film, è l’attenzione “pubblicitaria” con cui ogni cosa – luoghi e personaggi – è messa in scena. La dimensione estetica del film, la stessa dei personaggi, è in un certo senso il tema: la bellezza come distrazione e raggiro, alla ricerca di uno spazio vuoto in cui inserire i colpi di scena, gli scarti narrativi del plot.
Sono “belli”, dicevamo, i protagonisti (Will Smith: muscoloso come non lo si vedeva dai tempi di Alì; Margot Robbie: che sarebbe una bomba sexy anche dentro a un pigiama di flanella; l’antagonista Rodrigo Santoro: il Serse di 300 – L’alba di un impero); sono “belle” le location (che si tratti di New York, New Orleans o Buenos Aires); è “bella” la fotografia, che illumina i tagli sartoriali dei completi da sera, gli abiti corti e le aderentissime T-shirt di Will Smith veicolando il desidero dello spettatore come farebbe uno spot.
Tutto perfettamente coerente per un film su doppi e tripli giochi, una specie di spremuta del glamour mainstream, una vendita al quadrato.

Nicky è un esperto truffatore che decide di prendere sotto la propria ala la ladra inesperta Jess, se ne innamora e decide perciò di allontanarla: troppi rischi in ballo. Tre anni dopo, sul set del grande colpo che dovrebbe far svoltare la carriera di Nicky (una questione di spionaggio industriale nell’ambiente della Formula 1) rincontra la ragazza, che rischierà di mandargli all’aria i piani.

A prescindere dall’idea di cinema che c’è alla base, il film è divertente e romantico al punto giusto, appetibile anche per il pubblico maschile (al centro della trama c’è un’eredità di intenti e mestiere tutta patriarcale) e perfetto per affascinare il gentil sesso, visto che in definitiva l’amore vince su tutto.
Il colpo di scena finale verrà probabilmente scoperto molto prima dei titoli di coda (se ogni trovata serve a mascherare il suo contrario, prima o poi le opzioni si esauriscono…), ma ai protagonisti non si può rimproverare nulla e nel complesso lo spettatore non si sentirà rapinato per aver pagato il prezzo del biglietto.

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