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Escape Plan – Fuga dall’inferno: la recensione di Giorgio Viaro

Escape Plan – Fuga dall’inferno: la recensione di Giorgio Viaro

Ray Breslin (Sylvester Stallone) è un professionista delle evasioni. Letteralmente. Di mestiere evade dalle carceri più sicure del pianeta per metterne in evidenza i punti deboli. Ha scritto un manuale su come costruire la prigione perfetta e il problema è che ora si trova rinchiuso proprio in quella prigione, un ambiente interamente progettato sulla base delle sue stesse regole per isolare dal resto del mondo i terroristi più pericolosi del pianeta. Come venirne fuori? Con l’aiuto del misterioso Rottmayer (Arnold Schwarzenegger), un galeotto particolarmente amichevole, deciso quanto lui ad evadere.

Il vero protagonista del film è Stallone, mentre Schwarzy è la spalla, e questo determina l’approccio, che vorrebbe essere sornione, ma a suo modo sofisticato. Il soggetto è interessante: parte da uno spunto originale, e ha almeno due colpi di scena che funzionano. A non essere del tutto all’altezza sono la confezione e il tono. La prima, oggi, sarebbe più adeguata a un serial televisivo. Il secondo oscilla tra thriller, dramma e mascherata con effetti bizzarri. Il problema è di scrittura e di regia: toccare le corde della malinconia, quelle della comicità eighties e tenere al contempo assieme l’intrigo spionistico non è mica semplice, e il duo Mikael Håfström / Miles Chapman non è all’altezza della situazione.

Tutto appare inoltre un po’ approssimativo, come se la coppia dei protagonisti fosse sufficiente a cavarsi da qualsiasi impaccio, un carico di carisma che copre le magagne. I personaggi, ad esempio, si comportano in modo incongruo, contraddicendosi continuamente. Alcuni – ed è anche peggio – non hanno nessuna funzione nel far progredire la storia, ma vengono presentati come se l’avessero (l’esperto informatico che lavora per Breslin). Infine, il livello di sottigliezza è tale per cui se qualcuno deve apparire arguto, gli si appoggiano dei rompicapo di legno sulla scrivania. Non c’è niente di male – e a tratti ci si diverte anche – se non fosse che il cinema è andato avanti, perché è andato avanti il mondo. Chi era un teenager trent’anni fa non lo è più, e chi è un teenager oggi – tra cinema, TV e videogames – è abituato a ben altro.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
Sly e Schwarzy hanno ancora carisma da vendere. Jim Caviezel interpreta un cattivo interessante

Non mi piace
Non è un action moderno, non è nemmeno un omaggio azzeccato. Cos’è?

Consigliato a chi
Vuole passare un’altra serata in compagnia di vecchi eroi

Voto: 3/5

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