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Nymphomaniac – Volume 1: la recensione di Tim_DarkShadows

Nymphomaniac – Volume 1: la recensione di Tim_DarkShadows

Il regista più misterioso e che con i suoi film riesce a destare molta attenzione e pareri contrastanti è il danese Lars Von Trier, e dopo essere riuscito a trovare una casa di distribuzione in Italia, da noi arriva il film erotico annunciato a Cannes tre anni fa durante la presentazione del riuscitissimo “Melancholia”: la prima parte di “Nymphomaniac”. Ma a differenza di molti pareri che lo definiscono un film porno, “Nymphomaniac – Volume I” è al contrario un film molto complesso, un’epopea di una ninfomane, ma il taglio non è affatto da film hard, bensì da film profondo e interiore che scava totalmente nel passato della sua protagonista, che man mano che il film prosegue si svela con uno stile inconfondibile che Lars Von Trier aveva, solo in parte, svelato.

In una fredda e piovosa sera Joe viene picchiata e lasciata abbandonata sul ciglio di un vicolo desolato. Fortunatamente il cortese Seligman la soccorre, e nonostante l’iniziale riluttanza della donna, la porta a casa sua. Una volta rifocillata la donna, le chiede la motivazione per la quale è stata picchiata e Joe inizia a raccontare la sua storia, rivelandosi una ninfomane dall’età di due anni con una vita molto complessa.

Dopo “Antichrist” e “Melancholia”, Von Trier con i due capitoli, tanto attesi, di “Nymphomaniac” chiude la sua trilogia sulla depressione umana, dove ha cercato di esplorare l’animo umano in tutte le sue forme, con protagonista sempre un’efficace Charlotte Gainsbourg, riuscendo a confermarsi una brava interprete seppur la parte qui più limitata. In due ore il regista danese riesce a raccontare l’adolescenza e la gioventù di Joe, periodo decisivo per la sua dipendenza patologica dal sesso. Tra scene di sesso e con una sceneggiatura che punta dritta allo scandalo, la nuova pellicola di Trier è un film d’autore come non si sono mai visti, la cui genialità sta nel assemblare in un solo film scene di passione, un linguaggio spudorato con una storia complessa e profonda, riuscendo a approfondire nei minimi dettagli la prima parte della vita della ninfomane Joe. Due performance da ricordare sono quella della giovane protagonista Stacy Martin, Joe da ragazza, e l’apparizione fugace ma significativa di Uma Thurman. Una regia inconfondibile, riflessioni originali e una colonna sonora che passa da brani molto duri a melodie più dolci rendono il film ancora migliore, e nonostante un ritmo non sempre incalzante, che penalizza un po’ il film, questa è una pellicola che non può lasciare indifferente nessuno, segnerà tutti in positivo o in negativo. Amato da molti, odiato da altri “Nymphomaniac” è un film coraggioso, e la prima parte lascia molto in sospeso per arricchire l’attesa e il pathos attorno al secondo capitolo, dove si spesa che ai perché del primo capitolo vengano date risposte, aspettandoci uno spazio maggiore per alcuni interpreti.

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