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La top 10 dei migliori film del 2020 secondo i Cahiers du Cinéma

Ecco, puntuali come ogni anno a inizio dicembre, le scelte della storica e prestigiosa rivista francese, punto di riferimento della cinefilia mondiale

La top 10 dei migliori film del 2020 secondo i Cahiers du Cinéma

Ecco, puntuali come ogni anno a inizio dicembre, le scelte della storica e prestigiosa rivista francese, punto di riferimento della cinefilia mondiale

Diamanti grezzi Cahiers du cinéma

Come ogni anno all’inizio di dicembre, ecco arrivare, con il nuovo numero dei Cahiers du Cinéma, anche l’immancabile appuntamento con l’attesa top 10 dei migliori film dell’anno della storica rivista francese, pietra miliare fondamentale per la nascita del moderno concetto di cinefilia legato alla cosiddetta “politica degli autori”.

Le scelte, come di consueto, sono originali e non conformi ai flussi del cinema mainstream internazionale. Con una fedeltà irriducibile un’idea di cinema granitica e incrollabile, dove a farla da padrone sono gli autori verso cui la rivista è maggiormente devota e affezionata e che non ha mancato di caldeggiare, sostenere e segnalare in passato per il loro sguardo e approccio formale.

Al primo posto c’è City Hall di Frederick Wiseman, l’ultimo film-fiume del maestro del documentario americano, visto anche a Venezia 77 e dedicato al municipio di Boston, sua città natale: l’ulteriore tassello di un corpus di opere che da decenni non smette di interrogarsi sull’America e sulle sue strutture sociali, politiche e aggregative. In seconda posizione il nuovo film del regista sudcoreano Hong Sang-soo The Woman Who Ran, ambientato nella periferia di Seoul, dove una donna, Gamhee (Kim Min-hee), approfitta dell’assenza del marito per incontrare tre donne e scambiarsi con loro chiacchiere e confidenze (lo stesso cineasta fa il bis anche in sesta posizione). 

Terzo Diamanti grezzi, il film dei fratelli Ben e Josh Safdie con la straordinaria interpretazione di Adam Sandler nei panni del gestore di un negozio di gioielli nel Diamond District di New York (ve ne parlavamo qui), mentre in quarta piazza trova posto il regista rumeno Cristi Puiu e in ottava piazza c’è Philippe Garrel.

Il criterio principale per la scelta rimane comunque quello dei film usciti in sala in Francia nel corso del 2020, ragion per cui molti titoli sono ignoti al pubblico italiano o anche precedenti come anno di edizione, del 2019 o addirittura del 2018.

Fondati negli anni ’50 da André Bazin, Joseph-Marie Lo Duca e Jacques Doniol-Valcroze, i Cahiers du cinéma hanno subito importanti cambiamenti quest’anno, con la loro redazione che nei mesi scorsi ha deciso di dimettersi in massa per protestare contro la nuova proprietà e le sue ingerenze.

Ecco la top 10 completa, pubblicata anche sui canali social della rivista.

1. City Hall di Frederick Wiseman
2. The Woman Who Ran di Hong Sang-soo
3. Diamanti grezzi di Ben e Josh Safdie
4. Malmkrog di Cristi Puiu
5. Les choses qu’on dit, les choses qu’on fait di Emmanuel Mouret
6. Gangbyeon Hotel (Hotel by the River) di Hong Sang-soo
7. Dwelling in the Fuchun Mountains di Gu Xiaogang
8. Les Sel des Larmes di Philippe Garrel
9. Énorme di Sophie Letourneur
10. Eva en août di Jonás Trueba

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