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Gigolò per caso: la recensione di Tim_DarkShadows

Gigolò per caso: la recensione di Tim_DarkShadows

Rare volte si assiste davanti ad un film che riesce a descrivere così bene l’animo umano da far immergere lo spettatore nelle magiche immagini della pellicola, e di rimanere alla fine del racconto estasiati e vorremmo che ricominciasse, “Gigolò per caso” è uno di questi rari esempi. John Turturro è sempre stato un autore che ha cercato di descrivere l’animo umano, soprattutto quello femminile nelle sue vari forme, sempre questa è la tematica del suo nuovo film, cercando di catturare ugualmente i sentimenti femminili con occhi maschili. Turturro firma un gioiellino, da lui scritto, diretto e interpretato, scegliendosi come comprimario principale un esilarante Woody Allen, che ha supervisionato la sceneggiatura, piena di elementi appartenenti e cari al regista newyorkese, scegliendo come comprimarie femminili Vanessa Paradais, Sharon Stone e Sofia Vergara. Sostenuti da uno splendido script tutti gli interpreti riescono a regalare performance indelebili, dal mattatore di Allen, alla malinconica Sharon Stone, all’esuberante Sofia Vergara, alla nostalgica Vanessa Paradais, ogni interprete è degno di lode.

Il fioraio Fiorivante e il libraio Murray, sono amici per la pelle ma con un bisogno disperato di soldi. Non riuscendo a trovare una risorsa economica sufficiente a mantenerli Murray ha l’idea di intraprendere l’attività di gigolò, affidando tale incarico all’amico, mentre lui diventa il suo manager, con i nomi di Virgil e Bongo. Virgil è il beniamino delle donne, l’attività procedere per il meglio, lui si destreggia tra varie clienti, tra cui due ricche signore annoiate in cerca di nuove e forti emozioni come un ménage a trois e una vedova di un rabbino, Avigal, tutte quante alla ricerca disperata di una figura che colmi i loro vuoti. Le cose si complicheranno quando Fiorivante/Virgil inizia a innamorarsi proprio di Avigal, rischiando di compromettere la loro “società”, mentre Murray assapora gioie e dolori dell’essere manager di un gigolò.

Turturro sfrutta ogni aspetto del film, usando una regia delicata e sofisticata, riempiendo di magia le immagini del film con una fotografia spettacolare e una magnifica colonna sonora, per lo più strumentale, ma specialmente una sceneggiatura originale, mai volgare o approssimativa, bensì approfondita con un humor sottile e delle atmosfere ricce di pathos e emotività. Ottima, è stata, la scelta del cast, primo fra tutti Allen la cui performance spumeggiante vale metà del film, una piacevole sorpresa è stata invece Vanessa Paradais, che con lunghi silenzi, sguardi penetranti e grazia riesce a sorprendere, come Sofia Vergara interprete di un ruolo che riesce finalmente a valorizzarla a dovere, e Liev Schreiber che pur avendo una parte breve, ma significativa e poco empatica, riesce a interpretare molto bene il ruolo affidatogli, mentre seppur la parre limitata non può non brillare la meravigliosa Sharon Stone, un ruolo pieno di nostalgia e tristezza che mostra un lato nascosto e inedito della diva, dando prova di essere una delle più grandi attrici, molto eclettica. Anche il ruolo ritagliato da Turturro per se stesso è ottimo, che calza a pennello al regista italoamericano. La nuova fatica di Turturro è una vera e propria perla, una piacevole sorpresa, un film ricco di emozioni affrontate con un’ottica completamente nuova e sofisticata che arriva dritto al cuore.

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