Dark Resurrection, la colonna sonora

Bruno di Giorgi, il compositore della colonna sonora del Volume 2, racconta l'importanza della musica all'interno di Dark Resurrection

Capitolo 4 del Diario dal set di Dark Resurrection Volume 2, il secondo capitolo della saga realizzata da un gruppo di fan italiani di Star Wars. Ogni settimana in esclusiva per i lettori di Best Movie gli aggiornamenti del regista Angelo Licata riguardo alla lavorazione del “Guerre Stellari made in Italy”.

La musica è una componente fondamentale dell’emozione che trasmette un film. Il Volume 1 contiene molte musiche scelte con grande cura da librerie commerciali ed alcuni bellissimi pezzi dei famosi Pivio ed Aldo de Scalzi. Sono molto fiero della colonna sonora del Volume 1, è frutto di un lungo lavoro di selezione mixaggio e sincronizzazione. Per il Volume 2 volevo mantenere uno stile simile, ma sentivo l’esigenza di avere una sola mano per tutto il film. Due anni fa ricevo una mail entusiastica di un giovanissimo musicista con la passione per le colonne sonore. Poco dopo arriva un mp3 che ascolto con grande attenzione, e dopo poche note arrivano i brividi. Avevo appena conosciuto un genio, Bruno Di Giorgi. Questa scoperta fa parte della magia di Dark Resurrection, Bruno, infatti, quando lo conobbi non era ancora un compositore professionista, ma qualcosa nel suo modo di comporre toccava profondamente le mie corde e mi emozionava. Con Bruno iniziò quindi una collaborazione che lo portò a comporre per me tre colonne sonore per il progetto “tutta da rifare” e “ sette piccoli sospetti” e naturalmente “Dark Resurrection – Volume 2”. Della musica non si può parlare in modo efficace, va ascoltata, ecco quindi un pezzo a mio parere davvero bello, tratto dalla colonna sonora del Volume 0. Ascoltatelo mentre conosciamo Bruno e i suoi sogni.

Un brano della colonna sonora di Dark Resurrection:

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Intervista al compositore di Dark Resurrection – Volume 2, Bruno di Giorgi:

Quali sono i tuoi studi e come è nata la passione per le colonne sonore?
Bruno Di Giorgi:
Nel 2007 mi sono diplomato in chitarra elettrica nel corso MCR di Donato Begotti. Attualmente sto frequentando il corso di laurea specialistica in ingegneria informatica con indirizzo in design del suono presso il Politecnico di Milano. Per quanto riguarda le colonne sonore sono “autodidatta”, se si può dire così. Adoro scegliere i libri su cui studiare composizione, armonia, orchestrazione, e leggerli con i miei tempi, anche più di una volta. Do grande rilievo allo studio dei grandi compositori di colonne sonore, analizzando le loro partiture e le loro scelte in base alle immagini, i loro clichés, il modo in cui gestiscono la tensione e il moto. Per non parlare dei compositori classici, ai quali cerco di rubare i segreti dell’orchestrazione, la struttura delle frasi, le tecniche di modulazione e molti altri aspetti. La passione per le colonne sonore è nata e si è sviluppata in sottofondo. Ad ogni film mi accorgevo quasi subliminalmente dell’importanza fondamentale della musica nella descrizione delle situazioni esteriori e degli stati d’animo dei personaggi. E notavo come i temi principali vivessero di vita propria anche dopo i titoli di coda, succede quando torni a casa e ricanti per giorni lo stesso motivo sentito al cinema. Tappe fondamentali nel raggiungimento di questa consapevolezza sono senz’altro le trilogie di Star Wars (in particolare Episodio II e Episodio V), Braveheart, L’Ultimo Dei Moicani, Blade Runner e Il Signore Degli Anelli.

Come è cominciata la collaborazione con il regista Angelo Licata?
Bruno Di Giorgi:
La collaborazione è cominciata nel modo più naturale, forse banale, tramite un’e-mail. Un giorno, navigando su internet, trovo il myspace di Angelo Licata e da quella pagina seguo un percorso di link che mi conduce a vedere Dark Resurrection – Volume 1 in streaming. Puoi immaginare lo stupore che quell’opera mi ha suscitato. Ma non è paragonabile al momento in cui subito dopo leggendo le news scopro che è in progetto la realizzazione del sequel, e tutto questo a un’ora di autostrada da casa mia! La reazione è stata all’incirca: “Ma è fantastico! Devo far parte di quel team, a tutti i costi”.
All’epoca avevo scritto solo la colonna sonora di un cortometraggio e non avevo una idea precisa di cosa significasse scrivere per orchestra nè tanto meno comporre le musiche di un film… semplicemente era uno di quei sogni che non ti lasciano il tempo di pensare alle conseguenze, e così scrissi ad Angelo. Dopo tre mesi (Angelo era sul set di EX di Fausto Brizzi), il 20 luglio di due anni fa arrivò la risposta “Ciao Bruno, Grazie infinite per le tue belle parole. Se vuoi mandarmi qualche mp3 col tuo lavoro lo ascolterò volentieri. A presto…”. Ovviamente non avevo nessun mp3, ma con una motivazione così le note vengono da sole, così scrissi qualcosa la sera stessa…

Qual’è il ruolo della musica in Dark Resurrection?
Bruno Di Giorgi: Per la maggior parte del tempo, la musica in Dark Resurrection svolge una funzione narrativa. Cerco di rendere nel dettaglio le emozioni, mettere lo spettatore dentro la testa del personaggio. Il mio obiettivo è stabilire collegamenti fra una tema e un personaggio (ad esempio Sorran) o un concetto (ad esempio il fascino del Lato Oscuro). Riproponendo lo stesso motivo, o frammenti di esso, posso mescolare concetti e arricchire la narrazione di un ulteriore livello semantico.

Come procedi nella stesura della colonna sonora di DR?
Bruno Di Giorgi:
Solitamente comincio guardando i frammenti che mi arrivano da Angelo a cuore aperto, senza pregiudizi. Le prime volte con l’audio disattivato per non farmi influenzare dalle temp track. Mi lascio trasportare e provo a entrare in empatia con i personaggi. Se tutto va bene a questo punto cominciano a fluire le prime idee, che a volte registro canticchiando al cellulare cercando di imitare i vari strumenti con la voce (le registrazioni sul cellulare sono davvero esilaranti se riascoltate dopo qualche giorno!).
Quando ho l’opportunità di lavorare su frammenti più lunghi perdo un po’ di tempo a riflettere su quando mettere la musica e quando invece non serve perchè non assolve una funzione specifica.
A questo punto mi siedo alla tastiera e stendo una traccia di pianoforte sotto il video. Come una brutta copia di quello che sarà l’arrangiamento finale. Mi serve per settare i punti di ancora, provare varie idee e sentirne l’effetto insieme al filmato. Quando sono soddisfatto comincio a scrivere le parti cercando fin dal primo strumento di ottenere il più alto grado possibile di realismo. Una nota che suona strana influenzerebbe il mio giudizio sull’intera sezione. Rendere l’orchestra col computer è un lavoro molto lungo, ma non ci sono alternative… anche se spero prima o poi di lavorare con una orchestra vera!! Infine riascolto il pezzo orchestrato. Questo processo si ripete fino a quando non sono pienamente soddisfatto, e solo allora invio ad Angelo, il quale ha comunque l’ultima parola in merito (tipo “Ma Bruno, qua è troppo poco epico!”).

In che punto si inserisce la musica nella catena di montaggio di DR?
Bruno Di Giorgi:
Solitamente dopo il montaggio o parallelamente a esso. E’ capitato che scrivessi musica solo con la sceneggiatura ma è davvero difficile essere efficaci in quel caso.
Un caso a parte quello del trailer, dove la musica serve come tratto d’unione fra le scene, ed ha le potenzialità giuste per fissare subito qualcosa nella mente dell’ascoltatore. In quel caso il montaggio è avvenuto subito dopo la composizione della colonna sonora.

Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?
Bruno Di Giorgi: Oltre le colonne sonore che citavo all’inizio, ne tengo molte altre sul computer col quale lavoro. I miei autori preferiti sono John Williams, James Horner, Danny Elfman, Hans Zimmer, Jerry Goldsmith, Howard Shore, Alan Menken, Andrew Lloyd Webber. Ascolto anche grandi compositori classici quali Brahms, Beethoven, Tchaikovsky, Wagner, Bruckner, Dvorjak.

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