Far East 2013: ecco The Complex, il ritorno di Hideo “The Ring” Nakata. Guarda il trailer

Alla rassegna friulana sono stati presentati anche Ip Man - The Final Fight e See You Tomorrow, Everyone!

Si avvia alla conclusione l’edizione numero 15 del Far East Film Festival di Udine, e noi vi dobbiamo ancora dare qualche aggiornamento…
Innanzitutto era molto atteso il ritorno in patria di Hideo Nakata, il regista di The Ring (l’originale) e Dark Water – nonché cardine, con Takashi Shimizu, di quella ondata di horror giapponesi che avevano rivoluzionato il modo di intendere la paura a fine anni ’90 -, a tre anni dalla mediocre parentesi europea di Chatroom.
A Udine è stato presentato il suo nuovo lavoro, The Complex, e anche se non siamo ai livelli dei suoi capolavori, di sicuro Hideo è tornato a fare il cinema che gli riesce meglio. Cinema di fantasmi inquieti, di apparizioni, di presenze quasi-umane che collegano il mondo dei morti a quello dei vivi. Soprattutto, un cinema in cui l’orrore ha sempre il doppio fondo della malinconia, nascendo da tragedie irrisolte e grida d’aiuto inascoltate.
The Complex racconta la storia di una famiglia che si trasferisce in un grosso complesso condominiale, dove la figlia maggiore avverte strani rumori provenire dall’appartamento vicino. Non occorre dire molto di più (altrimenti si va in zona spoiler), se non che il regista lavora magnificamente d’atmosfera giocando soprattutto con gli effetti di luce (veramente inquietanti le colazioni a tavola, con i genitori della ragazza che ripetono sempre le stesse cose) e sonorità cupe, ed eccede soltanto nel finale, quando trascina la resa dei conti troppo per le lunghe.

Visto che abbiamo parlato di Nakata, aggiungiamo volentieri che mercoledì si è visto anche Se you tomorrow, everyone!, nuovo film dello sceneggiatore di Dark Water Yoshihiro Nakamura, che già tre anni orsono avrebbe dovuto essere presente al Festival per ricevere un premio ma in quel caso venne fermato dalla famigerata nube vulcanica che partendo dai cieli islandesi aveva bloccato i voli di mezza Europa.
Il nuovo film di Yoshihiro è un dolcissimo racconto di formazione, un coming of age in piena regola: storia di Satoru (Hamada Gaku, attore feticcio del regista) che in seguito a un trauma infantile ha sviluppato una particolare forma di agorafobia. Un po’ come in Novecento di Baricco accadeva con la nave in cui il protagonista era cresciuto, Satoru non ha il coraggio di abbandonare il quartiere popolare in cui è nato. Abbandona la scuola, si fa assumere nella pasticceria del suo rione, e ogni sera fa una breve ronda per assicurarsi che tutti i suoi ex compagni di classe siano tornati a casa sani e salvi. Gli anni passano, e man mano che i suoi amici abbandonano la zona e si trasferiscono altrove, lui porta avanti in modo eccentrico un progetto di vita alternativo e un po’ sbilenco, ma sempre con ottimismo e buon cuore, ottenendo anche le attenzioni sentimentali di alcune coetanee. Un film buffo e a tratti commovente, con un “doveroso” happy ending che ha anche richiamato l’applauso a scena aperta della platea.

Tra i titoli più attesi, abbiamo assistito anche a Ip Man – The Final Fight, addirittura il quinto titolo uscito in pochi anni dedicato al maestro di arti marziali, mentore di Bruce Lee e fondatore della mitica scuola wing chun di kung fu (di Ip Man e Ip Man 2, editi in Italia in Blu Ray dalla Tucker Film, il braccio distributivo del Far East Film Festival, vi abbiamo raccontato qui; mentre di The Grandmaster, firmato addirittura da Wong Kar-Wai, ci aveva parlato Gianluigi Perrone nel suo blog).
Stavolta a interpretare Ip è un altro mito vivente come Anthony Wong, che incarna il maestro in una fase più avanzata della sua esistenza, quando – lasciata la sua città natale Foshan nel sud della Cina, si trasferisce a Hong Kong e inizia a insegnare il kung fu in una palestra di fortuna, a un gruppo eterogeneo di ragazzi dei quartieri popolari. Il film, e questo stupisce in positivo, ha un andamento molto diverso dagli altri titoli citati: è costruito per brevi aneddoti della vita di Ip, narrato in voice over dal figlio di quest’ultimo, ed evita gli eccessi drammaturgici tipici dei film di arti marziali fino quasi ai titoli di coda, quando Ip deve entrare in azione nella famigerata Città Murata di Kowloon (un quartiere in mano ai gangster, in cui la polizia non ha giurisdizione) per soccorrere un allievo che si è dato ai combattimenti clandestini, mentre un tifone spazza le strade. Un film epico solo a tratti, ed invece a lungo intimo, riflessivo, con momenti molto gustosi come l’incnotro/scontro con il Maestro della rivale scuola della Gru Bianca interpretato da Eric Tsang. Ci auguriamo che trovi anch’esso una distribuzione italiana.

Qui sotto, il trailer di The Complex
http://youtu.be/bS5LtuqXLs8

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