Festival di Roma, Rupert Everett: «Dylan Dog sono io»

L'attore inglese, in concorso con Hysteria, parla con Best Movie a ruota libera del suo nuovo film da regista, di vibratori e del suo amore mai scemato per Dylan Dog

Vedi Rupert Everett e pensi subito a Dylan Dog o al suo irresistibile ruolo ne Il matrimonio del mio migliore amico. La domanda sull’indagatore dell’incubo, però, la teniamo in sospeso per la seconda parte dell’intervista perché non vogliamo essere scortesi e trascurare il vero motivo per cui siamo qui, ovvero Hysteria, il film in cui Everett, a fianco di attori come Maggie Gyllenhaal (Il cavaliere oscuro) e Hugh Dancy, recita la parte dell’inventore del vibratore. Una pellicola deliziosa e farsesca, tutta giocata sul doppiosenso, che è stata presentata ieri nella sezione concorso. Ambientata nell’Inghilterra vittoriana di fine Ottocento la pellicola offre a Everett uno di quei ruoli in costume che tanto gli si addicono.

All’intervista si presenta, in tutta la sua imponenza, con un maglione da montagna con le greche, scarpe hi-tech, un anello di Bulgari al dito e una croce di diamanti al collo. Capisce perfettamente l’italiano, del resto ha lavorato a più riprese in Italia o con registi italiani come Francesco Rosi o Michele Soavi (da giovanissimo fece persino qualche comparsata in Drive-In). Con Best Movie parla dei suoi futuri progetti, dell’amore per Dylan Dog, della sua scarsa passione per i sex toys…

Best Movie: Nel film affrontate un tema molto divertente, quello della repressione sessuale delle donne parallelamente alla scoperta da parte sua del vibratore. Che cosa l’ha attratta di più?
Rupert Everett:
Ho letto il copione e ho pensato che fosse troppo divertente per non farlo. Ma non per il tema in sé dei sex toys, che non mi appassionano molto…

BM: Lei pensa che questi ruoli le vengano affidati per la sua personale ironia?
RE: No, non credo. Avevo le caratteristiche giuste per questo personaggio. Sono alto, sono inglese… Adoro fare queste commedie piene di ironia, che è una caratteristica assolutamente inglese. Voi italiani, per esempio, non avete ironia, il vostro umorismo è completamente scoperto. Il nostro invece è sottile e si nasconde tra le righe.

BM: È vero che dopo tanti anni a fare l’attore sta girando il suo primo film da regista su Oscar Wilde?
RE:
Sì, io sarò Wilde. Realizzerò un film sugli ultimi anni della vita di Oscar Wilde, quelli trascorsi da vagabondo in Francia, dopo il processo per omosessualità.

BM: Rispetto alla morale repressiva di Hysteria, rispetto agli anni in cui viveva Wilde, le cose sono cambiate?
RE:
Si parla più di sesso, anzi se ne parla troppo, ma a guardare bene sotto il tappeto le cose non sono poi così cambiate. Riguardo all’omosessualità, poi, le cose non si sono mosse granché. Basta vedere cosa è successo alla mia carriera dopo il mio coming out.

BM: Le è piaciuto l’ultimo Dylan Dog uscito al cinema?
RE: Per carità… Quello non è Dylan Dog. Io sono Dylan Dog. Nessuno gli è mai somigliato quanto me. Ho amato fare Dellamorte Dellamore. Penso che nessun altro abbia avuto la stessa comprensione dell’universo di Tiziano Sclavi che ha avuto Michele Soavi. Abbiamo provato per anni a farne un sequel, ma inutilmente. Mi sarebbe piaciuto davvero molto continuare con quell’esperienza ma purtroppo non ebbe il successo sperato.

BM: Lei parla molto bene l’italiano. C’è qualche film del nostro cinema recente che le è piaciuto?
RE:
Ho apprezzato moltissimo Gomorra.

BM: Quali sono i suoi progetti dopo il film su Wilde?
RE: A dicembre uscirà un mio libro. Una sorta di racconti di viaggio.
(Foto Kikapress)

Rupert Everett in una scena di Hysteria insieme a Hugh Dancy

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