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Spider-Man: Far From Home, la recensione

Spider-Man: Far From Home, la recensione

Spider-Man: Far From Home
PANORAMICA
Regia (3.5)
Interpretazioni (3.5)
Sceneggiatura (3)
Fotografia (3)
Montaggio (3.5)
Effetti Speciali (4)

Iron Man è morto. L’abbiamo visto alla fine di Avengers: Endgame, e lo vediamo in ogni singola scena di Spider-Man: Far From Home, in cui l’immagine di Tony Stark riempie i muri delle città mandando ancora più in depressione il giovane Peter Parker. Quest’ultimo è stato scelto dal suo mentore come membro degli Avengers, ma in verità non vuole far altro che concedersi una vacanza insieme ai propri compagni di classe e dire finalmente a MJ che è innamorato di lei, magari mano nella mano sulla Tour Eiffel.

Per il suo secondo standalone Marvel dedicato all’Uomo Ragno, Jon Watts amplifica lo spirito d’avventura portandoci in giro per tutta Europa (da Venezia a Praga, passando per Londra e Berlino) e chiamando a raduno alcuni villain ancora più minacciosi dell’Avvoltoio: la posta in gioco si fa più alta, le crisi esistenziali più marcate, il dramma più palpabile, e mettiamoci di mezzo pure i turbamenti amorosi.

Il regista cavalca tutto questo alternando l’azione e i momenti più emotivi con assoluta scioltezza e ricchezza di umori, passando dal mumblecore al cinepanettone fino allo spirito teen di John Hughes e dimostrando di avere piena padronanza del ritmo: l’action, la commedia e il romance si mescolano in un’unica soluzione che scorre fluida per tutti i 129 minuti di durata del film, raccogliendo le conseguenze di Endgame e nel contempo portando avanti il percorso di Peter Parker nell’MCU con una storia che riserva dalla sua molte rivelazioni assolutamente WTF e azzardando, più volte, delle inaspettate sequenze lisergiche come mai abbiamo visto prima d’ora in un cinecomic Marvel.

Watts non ha paura di tradire i fumetti originali e di “raggirare” gli spettatori, a ricordarci che quello Marvel è innanzitutto un universo ludico. Si ride in più momenti (ancora una volta Ned dimostra di essere un’ottima spalla), poi ci si emoziona e infine ci si strappa i capelli grazie a due o tre sorprese bomba che non vi descriviamo per ovvi motivi. Certo, la storia d’amore tra Peter e MJ suona assolutamente improvvisata (in Homecoming il ragazzo era interessato a un’altra, Liz Allan), ma la coppia funziona e in sala c’è chi ha applaudito durante i loro momenti più romantici.

E poi abbiamo Mysterio: nel corso della sua carriera Jake Gyllenhaal ha interpretato personaggi molto più complessi di questo, e infatti si mangia facilmente la parte tra una risata e una strizzata d’occhio, facendo sfoggio d’invidiabile carisma.

Ci pare azzardato dire – come molti critici americani hanno fatto – che Far From Home sia il miglior film su Spider-Man mai realizzato ad oggi, ma di certo è un’avventura in cui si respira una contagiosa aria di freschezza, confermando Peter Parker come uno dei supereroi più godibili di tutto l’MCU e amplificando alla grande l’hype per la fase 4.

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