The Wolf of Wall Street: la recensione di paulinho

“The Wolf of Wall Street” è la pellicola che segna la quinta collaborazione del duo Scorsese-DiCaprio e dei cinque film realizzati assieme questo è senza dubbio il migliore. Questo perché le major non hanno potuto metterci le mani sopra (il film è prodotto dagli stessi Scorsese e DiCaprio) permettendo la massima libertà artistica al regista.
Dire che l’autore ha osato sarebbe, in effetti, alquanto limitativo. Il film ci mostra la scalata verso il successo e la conseguente rovina del broker Jordan Belfort mettendo in evidenza i suoi eccessi. Scene di nudo, sesso, orge (etero e non), superalcolici e droghe a volontà per tre ore che volano, grazie ad una regia divertente ed esagerata che va a braccetto con il tono da commedia dato all’opera, sottolineando la leggerezza con la quale i protagonisti si avvicinino alla loro rovina senza neanche accorgersene.
Il cast di prim’ordine interpreta alla perfezione l’ottima sceneggiatura di Terence Winter (“I Soprano”, “Boardwalk Empire”) che non risulta per niente appesantita dalla volgarità onnipresente. Nota di merito per DiCaprio: ennesima interpretazione da incorniciare. Sarà lui che a marzo cercherà di soffiare la statuetta come miglior attore protagonista al favoritissimo Matthew McConaughey, peraltro protagonista di un piccolo cameo in questo film.
Scorsese ha girato un film molto pericoloso. Altissimo era il rischio di realizzare una pessima commedia hardcore. Invece, da queste tre ore di eccessi, ne esce una critica feroce al capitalismo americano e all’essere umano. L’essere umano che per sua natura non si accontenta e che fa di tutto per averne ancora di più. L’essere umano frega il prossimo per il proprio tornaconto e, se incastrato, sconta la sua pena. Ma, una volta fatto, torna subito in pista. Di nuovo a fregare il prossimo. Non si può avere amici a Wall Street. Nessuna possibilità di redenzione.

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