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World War Z: la recensione di ale5b

World War Z: la recensione di ale5b

Ci sa fare Marc Foster con gli adattamenti letterari. Dopo il grande successo de “Il cacciatore di aquiloni”, si trova per le mani la trasposizione del romanzo di Brooks, “La guerra mondiale degli Zombie”. Prodotto da Brad Pitt, il protagonista, si presenta come l’ennesimo blockbuster di questa estate all’insegna della fantascienza. Ennesimo scenario da fine del mondo. Ne sentivamo il bisogno?

La prima parte di film non lascia respiro. Una sceneggiatura abbastanza scolastica, ci mostra in rapidissime sequenze, il diffondersi del caos globale attraverso gli occhi di una famiglia felice. Ci troviamo immersi in una lotta urbana di sopravvivenza senza tregua. Gerry Lane (Brad Pitt) non si presenta ufficialmente. Possiamo intuirne una caratterizzazione importante, probabilmente governativa, ma al momento nulla di più. Si corre, non c’è ancora modo e tempo per farsi domande e ragionare. Proprio come i protagonisti, anche gli spettatori vanno pari passo alla solita velocità. Punto di forza, perché ci accorgeremo che il primo sospiro, il primo rifiatare, lo faremo assieme a loro, quando raggiungeremo la zona di quarantena. Scopriamo l’identità di Gerry, investigatore delle Nazioni Unite che si è fatto i muscoli nei paesi più pericolosi e, di conseguenza, diventa pedina fondamentale verso la salvezza della specie umana. Il ritmo cala, ci si ferma, si ragiona. Indaghiamo a ritroso e scopriamo cosa è successo. Troviamo una cura, salviamo il mondo!

Difficile trovare innovazioni su temi ormai “svuotati” come epidemie mortali e lotta contro gli zombie. La lunga lista di film usciti negli ultimi anni dimostra però, quanto l’argomento sia sempre attuale e ,soprattutto, appassionante. Di zombie ne abbiamo visti di tutti i tipi: lenti o veloci, intelligenti o stupidi, belli o brutti, perfino innamorati. Qualche inevitabile “ispirazione” risulterà evidente (Walking Dead qualcuno ha detto?), il film è un copione visto e rivisto. L’originalità del metodo Foster è dovuta ad una superficialità grossolana che però appaga, allo stesso tempo, la visione “leggera” della pellicola. Per quanto catastrofista, il risultato è incredibilmente pulito, senza il bisogno di ricorrere al tocco horror (giusto un paio di salti, concessi) per ingigantire la faccenda. La trama ci corre davanti agli occhi lineare e diretta come un treno, lungo la corsa non baderemo agli effetti speciali che reputeremo, quasi dovutamente, visivamente belli e fracassoni ,come fossero ormai pilastri occulti del genere.

Non reputo Brad Pitt un grande attore, nonostante qualche parte “cult” come in “Fight Club” e “L’esercito delle 12 scimmie”. Neppure sotto la regia di Foster riesce a dare quella marcia in più alla storia, galleggiando in una terra di mezzo tra gioie e dolori. Sufficienza striminzita. Nel cast anche il nostro PierFrancesco Favino, parte significativa ma incolore.

World War Z non è così imponente come il titolo vorrebbe richiamare, ma risulta immediatamente piacevole senza il bisogno di alzare i toni. Merito di un surrealismo talmente esagerato da diventarne paradossalmente il punto di forza. Ad una prima parte adrenalinica, né segue una più pulp dove suspense e thriller si mescolano all’azione in un misurato mix di emozioni. Con il suo ritmo incessante, però, tiene lo spettatore sempre sull’attenti senza badare troppo a lasciare il segno.

Voto 3/5

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