«Succede stasera per la terza volta consecutiva in Che Dio ci aiuti 6 – prosegue l’intervento online che si rivolge direttamente ai vertici di Viale Mazzini – quella che poteva sembrare una coincidenza appare sempre più come un disegno politico, o quantomeno come un retaggio culturale imperdonabile in un paese che già fa molta fatica a credere alle violenze sessuali. Il servizio pubblico potrebbe (e dovrebbe, in realtà) aiutare l’opinione pubblica a superare questo scoglio, e invece si ostina ad assecondare il pregiudizio che accompagna le survivors, coronando così un processo di colpevolizzazione delle vittime».

«Adesso basta. Pretendiamo spiegazioni – si legge ancora (QUI il post relativo alla mobilitazione – Queste coincidenze sono imperdonabili. Non tollereremo della retorica spicciola il prossimo 8 marzo. Il supporto ad una battaglia lo si dà anche attraverso una rappresentazione veritiera del mondo in cui viviamo. E nel mondo in cui viviamo, quando una ragazza denuncia uno stupro, le si chiede se è sicura, se avesse bevuto, se avesse dato modo di credere al suo carnefice di starci, quanto corta fosse la gonna che indossava. Si dubita. E la Rai ci sta insegnando che facciamo bene a dubitare».

E voi, cosa ne pensate della posizione espressa in questa lettera aperta? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti. 

Fonte: Aestetica Sovietica

Foto: Duccio Giordano (Lolita Lobosco), Rai Fiction