Rosso e noir. Sono i colori del nuovo vestito della Marvel, che con Daredevil regala al suo pubblico uno spettacolo sinora inedito per gli standard degli studios di Kevin Feige (qui la nostra recensione). La scena non è Disney, ma Netflix, teatro che non si fa problemi a mostrare sequenze di violenza, che in Daredevil abbondano, sfociando anche nello splatter. È solo il primo degli elementi innovativi della serie di Steven DeKnight, che immerge la Casa delle idee in un contesto da crime story con Hell’s Kitchen cuore pulsante. La città parla a Matt Murdock con i suoi suoni, le sue sirene e le grida degli innocenti finiti nella rete di Wilson Fisk, un Vincent D’Onofrio tormentato e parecchio schizofrenico (i suoi scatti d’ira sono già indimenticabili). E Daredevil riesce finalmente a esprimere le sue potenzialità drammatiche, già racchiuse nella sua particolare condizione di eroe disabile (e orfano).
La storia, poi, si ricollega al Marvel Universe cinematografico partendo dal primo capitolo sugli Avengers e abbonda di meta-citazioni ed easter egg che si riferiscono ai fumetti e a quello che verrà, al cinema e in tv. Li trovate nella photogallery qui sotto:
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