Io prima di te: intervista a Jojo Moyes, l’autrice del libro. Il video

Abbiamo incontrato la celebre scrittrice che ci ha raccontato di aver pianto dopo aver visto il film

Ha fatto piangere milioni di lettori con la commovente storia d’amore tra Will e Louisa e ora è pronta a vederli trasformare in spettatori del film che si basa sulla sceneggiatura da lei scritta e trasposta sullo schermo dalla regista Thea Sharrock. Io prima di te è un bestseller talmente popolare e redditizio da aver determinato l’immediata nascita di un sequel Io dopo di te, già approdato sugli scaffali delle nostre librerie.

Il suo romanzo è molto toccante. Cos’ha provato la prima volta che l’ha visto? Ha pianto?

«Dunque, l’ho già visto quattro volte e tutte le volte ho pianto. La cosa incredibile è che ho scritto io la sceneggiatura e quindi so esattamente cosa succede, ma c’è qualcosa in Sam ed Emilia sullo schermo che mi fa sempre piangere».

Nei suoi romanzi parla sempre di personaggi emarginati e di differenze di classe. Come mai è attratta da questo tipo di personaggi?

«Perché in realtà non vengono mai raccontati bene. Quando si vedono film sulla cosidetta working class sono sempre coinvolti in qualche crimine o vittime di omicidi, ma per me questo tipo di persone che sono la maggior parte meritano la stessa considerazione di quelli che sono sulle riviste o delle star di Hollywood. Mi piacciono le persone ordinarie. Per esempio, la famiglia di Louisa è molto preoccupata per i soldi e io ho conosciuto un sacco di famiglie con lo stesso problema negli ultimi sette anni… Sostanzialmente però ho cercato di scrivere il romanzo che avrei voluto leggere io».

Nel libro parla di cose molto coraggiose come la morte e l’eutanasia. E’ stato difficile non dare alla storia il suo tipo di finale?

«Senza spoiler: questa è la fine del film scritta da me. E siccome io ho adorato i personaggi, così vivi, come se potessero schizzare fuori dalla pagina, questo è il giusto finale. Sarebbe stato facile gettare sentimento su tutto, ma alla fine ho scelto la fine più plausibile. Questa è la storia di un uomo giovane dalla fortissima volontà che rifiuta i compromessi per essere felice. E questo mi ha reso davvero determinata e ha fatto sì che io non tradissi i personaggi».

Come mai ha deciso di tagliare la scena dello stupro nel castello che è così importante nel libro per capire il personaggio?
«Abbiamo provato più volte a inserirla, in sei mesi. Il fatto è che nel romanzo è descritta come un evento che viene raccontato, ma non si è quasi sicuri sia avvenuto, e inserita nel film diventava troppo esplicita e una cosa molto più grande che cambiava totalmente il tono del film e così abbiamo preferito non aggiungerla».

Thea Sharrock ha detto che la prima scena che ha scritto è stata quella della danza sulla sedie a rotelle durante il matrimonio. Come mai proprio quella?

«E’ la prima che mi è venuta in mente. Quella conversazione spiega tutto sui personaggi: dice molto sull’umanità, l’onestà e l’affetto di queste due persone. E così dopo questa presentazione, sono riuscita tornare all’inizio e ci ho messo solamente 10 mesi a scriverla, che per me è un tempo davvero insolito».

Guarda l’intervista a Emilia Clarke
Guarda l’intervista alla regista del film, Thea Sharrock

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