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2) I nuovi personaggi

Mark Gatiss e Steven Moffat hanno fatto la storia della tv: vi spieghiamo perché

2) I nuovi personaggi

Mark Gatiss e Steven Moffat hanno fatto la storia della tv: vi spieghiamo perché

Da un lato c’è la promessa sposa di Watson, Mary Mortsan (Amanda Abbington, compagna di Martin Freeman anche nella vita), personaggio femminile assolutamente adorabile e, soprattutto, lontano dagli stereotipi di genere e persino dal modo in cui Conan Doyle l’aveva immaginata. È in grado di tenere testa a Sherlock, capisce il marito e ne anticipa i pensieri, non svolge il classico ruolo della “moglie che trascina il marito nella routine” ma anzi fa di tutto per farlo sentire vivo – tutto in vista della rivelazione finale.

Dall’altro c’è Magnussen (Lars Mikkelsen), un villain come poteva esistere solo in Sherlock. Il ragionamento di Gatiss e Moffat, è chiaro: vista la grandezza del defunto (?) Moriarty, è inutile provare a replicarlo. E quindi date il benvenuto al cattivo meno cattivo di sempre: Magnussen non è crudele o aggressivo, non è neanche una minaccia vera e propria (lo stesso Mycroft Holmes diffida il fratello dall’indagare su colui che di fatto è “solo” un potentissimo uomo d’affari), ma è emanazione e incarnazione dell’onnipresenza dei media e della loro capacità di piegare la realtà alle proprie esigenze – anche assassinando la libertà personale di ognuno, e sempre con la calma e la freddezza di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico. Non c’è nobiltà in Magnussen, che è intelligente quanto Sherlock ma privo dei suoi scrupoli: è un villain freddo, viscido e disgustoso, che conosce il suo massimo trionfo nella scena in cui si reca a Baker Street, prende possesso del salotto di casa Sherlock e piscia nel falò. Come a dire: «Posso fare quello che voglio perché controllo tutte le informazioni del mondo, e questo fuocherello è il simbolo della vostra libertà».

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