A tu per tu con i due “spioni” Armie Hammer e Henry Cavill

Abbiamo incontrato sul set di Roma, dove è ambientata una parte del film, i due protagonisti di Operazione U.N.C.L.E., lo spy movie di Guy Ritchie. Ecco la nostra doppia intervista a un agente del KGB e a una spia della CIA "costretti" a unire le forze per fermare un nemico comune

Siamo nella hall dell’Hotel Plaza di Roma che, tra qualche ora, finite le interviste, sarà “travestita” nella location di un cocktail party in stile anni ’60. «Questa stanza è estremamente versatile! Abbiamo girato qui alcune scene del film, trasformandola nella lobby dell’hotel. Ormai mi sento a casa. E poi a Los Angeles ho un soffitto con gli stessi affreschi d’epoca», se la ride Armie Hammer, con quella voce roca e profonda che contrasta con gli occhi chiari e i lineamenti da arcangelo, in questo momento nascosti, almeno in parte, da una folta barba.

Best Movie: Come mai questo look?
Armie Hammer: «Al momento sono impegnato sul set di The Birth of a Nation, un film storico ambientato nell’America del 1830, quindi non posso radermi».

BM: Operazione U.N.C.L.E. è girato in gran parte in Italia. Vi siete divertiti a scorrazzare per le strade di Roma?
AH: «Abbiamo apprezzato molto il nostro soggiorno italiano. Roma poi è una città meravigliosa, ed è brutto ogni volta doverla lasciare».

Quando lo show a cui il film si ispira è stato cancellato non eri ancora nato. Lo conoscevi già prima di iniziare a girare?
AH: «No, purtroppo. Quando ho letto per la prima volta lo script ricordo di aver pensato “Man from U.N.C.L.E.?… Uomo da zio? E che vorrebbe dire?” Ma poi mi sono documentato per bene».

BM: E sull’accento russo come hai lavorato?
AH: «Da parte di padre ho davvero origini russe, per me era importante ricreare un accento realistico. Non volevo “americanizzare il russo”, una cosa della serie “Saaaalve, suono americano di Ruuuussia”, volevo essere il più naturale possibile, senza sembrare un idiota».

L’interprete di Napoleon Solo, Henry Cavill, ci ha parlato invece delle scene più divertenti (e pericolose) del film, nonchè dei giri in Vespa per le strade della capitale…
BM: Napoleon ha un accento inglese opposto al tuo, è stato complesso trovare la giusta inflessione?
Henry Cavill: «All’inizio sì, perché avevo provato con un accento alla Clark Gable, e Guy mi ha detto che suonava come la voce di un inglese che non riusciva a parlare americano. Alla fine abbiamo trovato questo che… suona come quello di un americano che vuole sembrare inglese».

Qualche episodio divertente capitato durante le riprese?
HC: «Armie era sul fondo della piscina e io dovevo recuperarlo. A metà ripresa non riuscivo più a trattenere il fiato, l’ho mollato e lui è colato a picco. Si era scordato di staccare i pesi che lo tenevano legato al fondo, quindi mi stavo caricando sia lui che i pesi!».

BM: Qual è stata la cosa più difficile che avete dovuto affrontare sul set?
HC: «Con il tempo tendi a dimenticare la fatica, ma c’è stata una scena sotto la pioggia… Eravamo a Dublino, in inverno. Quel giorno non pioveva e abbiamo dovuto usare la macchina apposita per simulare l’acqua: era praticamente ghiaccio caldo. All’inizio pensi “Ma sì, si può fare!”. Quando poi lo fai per tutto il giorno è un’altra storia».

BM: Pensavo che mi rispondessi andare in Vespa in due per le strade di Roma!
HC: «In effetti anche quello è stato un po’ un problema, perché né io né Armie siamo esattamente piccolini, anzi, e spesso si ingolfava. Ne avremo rotte un paio».

 

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