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Aaron Paul a ruota libera dal set di Need for Speed: «Mi sono sentito come Steve McQueen». «Finire Breaking Bad è stato tragico». Yo bitch!

È online una lunga intervista in cui l'ex Jesse Pinkman, parla di com'è guidare a tutta birra come il divo di Bullitt. Ma anche di quanto è stato drammatico per lui non lavorare più al serial che lo ha lanciato...

Aaron Paul a ruota libera dal set di Need for Speed: «Mi sono sentito come Steve McQueen». «Finire Breaking Bad è stato tragico». Yo bitch!

È online una lunga intervista in cui l'ex Jesse Pinkman, parla di com'è guidare a tutta birra come il divo di Bullitt. Ma anche di quanto è stato drammatico per lui non lavorare più al serial che lo ha lanciato...

Per tutti è il Jesse Pinkman di Breaking Bad e anche lui ha fatto fatica a staccarsi dal personaggio, tanto che agli ultimi Golden Globes ha ringraziato con la sua battuta cult: Yo bitch. Oggi è in Rete un’intervista concessa dall’attore al sito Usa Collider dal set di Need for Speed che il 13 marzo approderà sui nostri schermi (guarda il trailer italiano). Nel film l’attore di Breaking Bad sarà Tobey Marshall, un pilota di auto finito ingiustamente in prigione e in carca di vendetta, specialmente contro il suo rivale di corse interpretato da Dominic Cooper. Un eroe tostissimo ma anche tragico, che ha perso sia il padre che la madre.

Riguardo al fatto di interpretare un personaggio criminale nel film ha detto:

«Mi piace il crimine. È pericoloso, ma anche estremamente divertente. E poi questo film mi ha dato la possibilità di essere un vero badass che guida veloce su auto folli. Quindi perché no?».

Descrivendo le auto del film ha detto:

«La Mustang è straordinaria. Ma la mia preferita è la Gran Torino, sembra irreale. Anche la Konisegg è velocissima»

Sul fatto che la crew fosse preoccupata che Paul si facesse male sul set, ha dichiarato:

«Sì, erano molto preoccupati. Guidavo a 120 all’ora e avevano paura che potessi ammazzarmi, per questo mi hanno fatto anche frequentare un corso da stunt, dove mi hanno soprattutto insegnato a gestire le situazioni problematiche. Specialmente quando qualcosa va storto con l’auto. Mi hanno anche insegnato a fare bornout, a girare l’auto di 180° e 360°. Una cosa molto strana perché nel film non lo faccio».

Riguardo alla possibilità di avere in regalo una delle auto del film, ha spiegato:

«Oh, ci sto provando. Credetemi, se vi dico che ci sto provando. Il fatto è che ci sono solo due Gran Torino sul set e una se la portera sicuramente a casa Scott (Waugh, il regista, ndr)».

Su come ha reagito quando ha ricevuto il copione di Need for Speed, ha detto:

«La mia mente ha immediatamente pensato di troivarsi di fronte a un altro Fast & Furious, non che fosse una cosa negativa, visto che quel film è superentertainment, però quando ho letto lo script ho pensato: “Oh, questo sì che è davvero interessante”. Il fatto che Scott volesse portare alla ribalta la car-culture dei ’70 e dei ’60, con un film come Bullitt: è stato fantastico. Era un set pieno di testosterone».

Il suo commento alla derivazione videoludica di Need for Speed e al suo rapporto con i videogame è stato:

«Guidare l’auto vera è stato un po’ come entrare nel videogame. Ero un vero badass che guida a tutta birra. Beh, diciamocelo, non c’è paragone. Ora ho un po’ mollato, ma un tempo sono stato un giocatore incallito».

Sulla fine di Breaking Bad ha detto:

«Quando ho ricevuto lo script delle ultime 8 puntate è stato tragico. Non ci potevo credere. Non volevo che finisse, anche se non sarebbe potuto finire in modo migliore. Un finale che fa davvero c**are nei pantaloni».

Sulla costruzione di Tobey Marshall ha sottolineato l’integrità del suo carattere:

«È più uomo di qualsiasi altro uomo. Vecchio stampo e in cerca della sua vendetta. Mi ha fatto provare la sensazione di essere Steve McQueen, uno degli ultimi badass, perché non cercava di esserlo, ma non poteva fare a meno di esserlo».

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