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Alberto il Grande, il docu-film di Carlo Verdone è una lettera d’amore ad Alberto Sordi

Realizzato insieme al fratello Luca in occasione del decimo anniversario della morte dell’artista romano. Leggi la nostra intervista

Alberto il Grande, il docu-film di Carlo Verdone è una lettera d’amore ad Alberto Sordi

Realizzato insieme al fratello Luca in occasione del decimo anniversario della morte dell’artista romano. Leggi la nostra intervista

Una lettera d’amore per Alberto Sordi. E’ questo Alberto il Grande, il docu-film realizzato da Carlo e Luca Verdone in occasione del decimo anniversario della morte dell’artista romano. Figli d’arte (il padre Mario era un indimenticato professore universitario di cinema e teatro), Luca e Carlo si sono imbarcati in un vero e proprio viaggio nella memoria che grazie a filmati d’archivio, interviste a nomi noti da Christian De Sica a Claudia Cardinale, e spezzoni di film omaggia Sordi celebrandone il lavoro e svelando qualcosa del suo privato. Con Luca regista e Carlo narratore lo spettatore può addirittura varcare le soglie della casa dell’artista (la Villa sul Celio accanto alle rovine di Caracalla), ripresa all’interno per la prima volta su concessione di Aurelia Sordi, la sorella dell’attore – regista, cui i Verdone hanno dedicato questo docu-film. Un lavoro rigoroso dal grande valore didattico, pieno com’è di aneddoti e ricordi, ma che punta soprattutto a far scoprire Sordi alle nuove generazioni, un intento dichiarato dagli stessi fratelli Verdone che Best Movie ha incontrato questa mattina a Roma, a poche ore dall’anteprima gratuita al Cinema Adriano cui interverranno 2000 persone già prenotate.

Perché questo documentario e perché ora?
Con i tempi che corrono si sente sempre più l’esigenza di omaggiare un passato che ci onora e di cui oggi, purtroppo, ci sfugge in maniera sempre maggiore la poesia. Ci sembrava giusto a 10 anni di distanza fare un’opera didattica che racconta tutto: di come Alberto non sia stato solo l’attore della romanità, ma un grande attore italiano che ha colto grandi aspetti dei suoi compatrioti nel bene e nel male. Sordi era formidabile nel cinismo ma lo spettatore intelligente vedeva anche la critica sociale e ne coglieva il senso, ma siccome aveva una grande simpatia quello che tendeva ad emergere di più era la sua immensa maschera. E poi dobbiamo capire cosa c’è stato nel nostro cinema del passato se vogliamo far tornare grande il nostro cinema: un cineasta che vuole iniziare è giusto che veda questo documentario così come è giusto che scopra anche il Sordi de Lo sceicco bianco, I vitelloni, Una vita difficile. Non si può studiare e guardare solo David Lynch e Quentin Tarantino. E lo dico da fan: li ammiro entrambi, ma facciamo ammirare ai ragazzi anche quello che c’è di bello nel nostro cinema.

Ma non pensate che la televisione possa aiutare in questa missione di riscoperta? I tredicenni di oggi difficilmente sanno di Sordi
E’ il motivo per cui abbiamo fatto il documentario che andrà in forma gratuita in giro per scuole, università, festival, Istituti italiani di cultura all’estero. La tv può fare poco. La Rai se trasmette un film di Sordi sa di rivolgersi ad una platea ristretta ormai e diventa difficile poi inserirci la pubblicità giusta, quindi opta per un film con un bacino di utenza più grande che possa soddisfare più inserzionisti. Funziona così. In questa missione di recupero del passato possono aiutare azioni come questo documentario e le famiglie che nel loro piccolo possono crearsi palinsesti ad hoc permettendo ai loro ragazzi di sapere chi erano gli artisti del passato e cosa ci hanno regalato.

Avete detto che il documentario andrà nelle scuole. Si realizzerà mai secondo voi il sogno di insegnare cinema ai ragazzi?
Lo speriamo. Basterebbe partire da una cosa semplice: ogni trimestre andrebbero fatti vedere 3 film da cui trarre recensioni, analisi, così aiuteremo questi ragazzi a sviluppare un senso critico.

Sordi è importante anche per l’estrema attualità di alcuni suoi personaggi, o delle loro caratteristiche. Basti pensare alla famosa frase di Nanni Moretti “Ve li meritate i film di Alberto Sordi”
Mi fece molto ridere al momento. Fondamentalmente sintetizza quella che era stata la fortuna di Sordi, aver intercettato 4/5 aspetti tipici dell’italianità e averli saputi rielaborare con successo nei ruoli. Fu quello a renderlo così imitabile. Ricordo che quando uscì Il medico della mutua non si faceva altro che fargli il verso.

E’ impossibile non pensare a come Sordi abbia fatto centro nel portare in scena uomini di potere con il loro coté e i loro ambienti corrotti a pochi giorni dalle elezioni
Verissimo. Anche io nel mio piccolo feci un operazione simile in Gallo cedrone con il comizio finale in cui il mio politico propone addirittura di asfaltare il Tevere. Sordi ci ha indicato la via rappresentando il trasformismo più sfrenato di alcuni caratteri, pronti a diventare sempre qualche altra cosa da sé. Oggi però certa politica mette in crisi attori e registi perché ci ha totalmente scavalcato: non si arriva a superare questa realtà che hanno creato. È un argomento da scartare per il cinema perché i film li fanno già loro. Abbiamo assistito ad un periodo drammatico per questo paese: un governo costretto a dimettersi, un altro salito per sistemare le cose. Le dimissioni di un Papa, un fatto di una gravità assoluta, tutto questo ci fa capire quante tensioni ci siano. E nonostante tutto tendiamo a non pensare al futuro ma a piccolezze, a cose nostre. Ieri ho fatto 4 telefonate ad amici che alla fine sono scivolate tutte su Sanremo: ma abbiamo dei gravi problemi a cui pensare che non le performance di Littizzetto e Crozza, no?

Il documentario è ricchissimo di materiali. Che difficoltà avete avuto nel girarlo?
Grandi problemi, effettivamente ne abbiamo avuti. Sono stati superati solo perché abbiamo molti amici che ci sono venuti incontro. Aurelia Sordi, fra tutti, è stata squisita nel metterci a disposizione la casa, ma anche la Surf film il figlio di Goffredo Lombardo, Aurelio De Laurentiis, la Medusa che è stata fondamentale perché sposando dall’inizio il progetto ha fatto da apripista per convincere tutti gli altri. E poi l’assessorato alla Cultura della Regione Lazio che per primo ha avuto l’idea.

C’è qualche aneddoto o curiosità su Sordi che vi è venuta in mente durante le riprese e che si può raccontare?
Intanto quando abbiamo girato la scena del guardaroba abbiamo ripensato che di tutti quei vestiti alla fine si metteva sempre le stesse 2/3 giacche. Ma un ricordo meraviglioso è sicuramente legato al set di In viaggio con papà: la sera, dopo le riprese, voleva sempre chiacchierare mentre gli portavano la tisana al tiglio. Stavamo a Punta Ala. Lui amava ripensare al passato ma mai analizzare il presente. Gli piaceva che gli facessi domande sui vecchi film, in particolare su Fumo di Londra. A me non interessava particolarmente ma mi preparavo delle domande apposta. Un giorno, sempre su quel set, stavo ascoltando Peter Gabriel e lui mi fa “Bravo questo chi è?” e io gli dico è Gabriel con The Rhythm of The Heat e lui “Voglio questa canzone per il film”. Così io contatto la Virgin e quelli gli mandano una richiesta di 100 milioni di lire. Lui “Ma che è matto! Io ci giro una settimana con quei soldi”. Così la scena l’abbiamo fatta con una canzone che la ricorda, ma certo non è Peter Gabriel.

Foto: Kikapress

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