Alejandro G. Iñárritu demolisce i cinecomic: «Sono un genocidio culturale»

Anche il regista premio Oscar di Birdman aveva attaccato duramente i film a base di supereroi, difesi proprio di recente da James Gunn

I cinecomic sono il bene o il male del cinema contemporaneo? La questione spacca Hollywood a metà. Da una parte c’è l’impero Marvel e la sua controparte DC Comics/Warner Bros., dall’altra il cinema d’autore – senza dimenticare il pensiero del pubblico, ovviamente -: fazioni che di recente si sono scontrate prepotentemente. James Gunn si è scagliato in difesa dei film a base di supereroi (al cui fianco si era schierato anche Paul Thomas Anderson) per rispondere alle critiche di Dan Gilroy, il regista di Lo sciacallo – Nightcrawler. Critiche che anche Alejandro Gonzalez Iñárritu, fresco di premio Oscar alla regia per Birdman (giudicato miglior film dall’Academy), aveva mosso lo scorso ottobre a chi gli chiedeva cosa ne pensasse del genere: «I cinecomic sono veleno, un genocidio culturale che tartassa il pubblico di esplosioni e ca***te simili».

Sono parole che il regista messicano aveva rivelato nel corso di un’intervista con Deadline, in cui parlava del suo film. E il suo non è un punto di vista qualsiasi, perché Birdman è una satira proprio contro la fissazione (così viene definita dal giornalista del sito, Mike Fleming Jr.) degli Studios nel puntare su questo tipo d’intrattenimento: «Non c’è niente di terribile nel fissarsi con i supereroi quando si ha sette anni, ma da grandi è una forte debolezza, quasi come se non si volesse crescere. A Hollywood l’imperativo è fare soldi: se per un film che costa 20 milioni di dollari si prevede un incasso di 80 milioni, ti senti rispondere “ne voglio 800 di milioni”». E continua: «Non penso siano (i cinecomic, ndr) un prodotto da buttare, anch’io a volte mi diverto a guardarli, sono semplici e con i pop-corn ci stanno benissimo. Il problema è quando fingono di avere una qualche profondità. È una cosa che odio, perché non corrisponde a quei personaggi. Il pubblico è ormai sovraesposto a storie che non hanno nulla a che vedere con l’esistenza di un essere umano. E poi, supereroi… Già solo la parola “eroe” mi annoia. Ma cosa vuol dire? L’idea di supereroe è un concetto falso ed equivoco. Se osservi bene questo tipo di film, la mentalità di fondo si basa su gente ricca, potente, che fa del bene e uccide il cattivo. Filosoficamente, non mi piace. Sono film che non dicono nulla, come scatole che contengono altre scatole e così via, senza lasciarti nessun senso di verità».

Fonte: Deadline

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