Best Movie Talks: Giorgio Colangeli ci racconta Speravo de morì prima e il ruolo di Enzo, papà di Francesco Totti

La nostra chiacchierata in compagnia dell'attore, alla vigilia dell'uscita degli ultimi due episodi della serie Sky sull'ex capitano della Roma

Giorgio Colangeli Best Movie Talks

Nato a Roma nel 1949, l’attore Giorgio Colangeli vanta una lunga carriera cinematografica, televisiva e teatrale, che l’ha portato a vincere un Nastro d’argento come miglior attore non protagonista per La cena di Ettore Scola, uno dei suoi primi film, e un David di Donatello nella stessa categoria per L’aria salata di Alessandro Angelini.

In molti lo ricorderanno anche ne Il divo di Sorrentino, nel quale interpretava il politico Salvo Lima, nell’intenso La nostra vita, accanto ad Elio Germano (una delle sue migliori interpretazioni), nella miniserie Non è mai troppo tardi, nella fiction tv Braccialetti rossi e nella produzione Rai Tutto può succedere. Nella giornata di oggi, sulla pagina Facebook di Best Movie, il nostro Giorgio Viaro ha chiacchierato con lui alla vigilia delle ultime due puntate, in arrivo il 2 aprile su Sky e NOW, di Speravo de morì prima, serie nella quale interpreta il papà del protagonista Francesco Totti, Enzo, soprannominato lo “Sceriffo” e scomparso lo scorso ottobre: una figura fondamentale nel percorso sportivo e umano dell’ex capitano della Roma.

«Non seguo il calcio, ma mi faceva piacere interpretare il padre di Totti – ci racconta Colangeli durante la live – Da romano e da romanista di tradizione familiare era un’esperienza assolutamente da fare. Mi aspettavo e mi aspetto ancora consumazioni gratis al bar e che, in un periodo più sereno, la gente mi fermi per strada! L’attore per la gente è sempre ricco e felice, sconta un pregiudizio, un po’ come i calciatori. Ma anche le vite dei calciatori, come quelle degli attori, sono soggette a chiaroscuri». 

Foto: Sky

Nella serie l’Enzo Totti interpretato da Colangeli è un personaggio dotato di grandissima ironia e di uno spirito sottilmente cinico ma anche tenero e ruspante, legatissimo alla quotidianità e all’esercizio degli affetti (pur senza troppe parole): un archetipo maschile, e tipicamente romano. Accanto a lui, nei panni della moglie e madre di Totti, Fiorella, c’è Monica Guerritore. «La conosco come un’attrice di teatro di grandi smalti, ma è stata bravissima nel fare un personaggio schietto e popolare come Fiorella – aggiunge Colangeli a proposito della sua partner di recitazione – Luca (il regista Ribuoli, ndr) ci ha lasciato fare ed è venuto fuori un rapporto di coppia molto credibile, seppur con due caratteri molto diversi: lei così straripante e lui così taciturno».

Oltre a essere un interprete dalla vastissima filmografia (ha lavorato spesso in opere prime e cortometraggi, dimostrando generosità non indifferente verso cineasti esordienti), Colangeli è laureato in fisica ed è un profondo esperto della Divina Commedia, poema che conosce praticamente a memoria. Alla fine della nostra live l’ha anche dimostrato (recitando delle terzine del 21esimo Canto del Purgatorio dantesco!) ed è coinvolto in prima persona nelle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri: «È un po’ il nostro bardo nazionale, speriamo ci aiuti a voltare pagina e a ricominciare dalle cose grandi e importanti, augurandoci che il teatro possa ritornare a essere ciò che era e pure meglio. Non ci siamo mai sentiti così importanti come quando ci hanno chiusi».
 
Potere ripercorrere di seguito la nostra chiacchierata integrale con Giorgio Colangeli. 
 

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