E’ balzata agli onori della critica con la sua sboccata Hit Girl in Kick-Ass, ma la sua carriera nel mondo dello spettacolo è uniziata all’età di 5 anni come baby modella, per poi virare verso la recitazione per tv e cinema in poco meno di un anno. Oggi, Chloë Moretz ha 14 anni ed è una delle più popolari e stimate attrici della sua generazione. In occasione dell’uscita italiana di Blood Story di Matt Reeves, dove interpreta la vampira eternamente dodicenne Abby l’abbiamo intervistata. Quando la conosciamo (al telefono da Los Angeles) ci stupisce quasi quel tono di voce infantile. Nonostante la giovanissima età, infatti, ha già inanellato una serie di film e collaborazioni prestigiose (è stata diretta da Scorese in Hugo Cabret, che vedremo il 16 dicembre e ha da poco terminato le riprese di Dark Shadows di Tim Burton, accanto a Johnny Depp) che molte sue colleghe adulte non hanno neppure mai sperato di ottenere. Potrebbe quasi essere una teenager centenaria come la sua Abby per l’esperienza già accumulata e per la consapevolezza del suo talento e le idee chiare sul suo futuro… Se non fosse per quelle abitudini e quegli interessi, tipicamente adolescenziali, che la avvicinano a tutte le sue coetanee. A parte il completo disinteresse per la saga di Twilight, di cui ammette di non aver visto neppure un film…
E’ stato difficile calarsi nei panni di una vampira?
Chloë Moretz: «E’ stato interessante perché, sa, immagini di essere un vampiro che è in giro da circa 300 anni. Cosa ricorda? Ricorda la sua famiglia? I suoi amici? Probabilmente non sa neppure chi è veramente. Ho fatto molte ricerche. Mi sono preparata molto per poter affrontare il ruolo di Abby»
Ha letto Lasciami entrare o visto il film precedente, prima di inziare le riprese? La spaventava il paragone con l’interprete della versione scandinava, Lina Leandersson?
Chloë Moretz: «In realtà ho letto il libro, ma non ho visto il primo adattamento cinematografico prima di girare perché non volevo copiare il ruolo di qualcun’altra, volevo portare al film la mia personale interpretazione, senza influenze. Così, non ho visto l’altro film finché è uscito il nostro»
Nel film, da un certo punto di vista, il protagonista Owen sacrifica la sua vita per Abby. Nella vita reale, qualcuno farebbe altrettanto per lei? Per chi o cosa si sacrificherebbe lei?
CM: «Per chi mi sacrificherei? Di sicuro sarebbe qualcuno della mia famiglia. Farei qualsiasi cosa per la mia famiglia e lo stesso farebbero loro per me, hanno fatto tanto per me»
Abby non è il suo primo personaggio “spaventoso” e non sarà l’ultimo. Sarà Carolyn in Dark Shadows. Ci puà raccontare qualcosa del suo personaggio e della relazione che avrà con il vampiro centenario di Johnny Depp? L’ha già incontrato?
CM: «Ho terminato le riprese di Dark Shadows circa tre settimane fa. Carolyn è un personaggio davvero interessante. E’ una specie di hippy, la storia è ambientata nel 1972: lei ascolta la musica dell’epoca, indossa gli abiti di allora. Ma allo stesso tempo ha un lato oscuro, è come se fosse torturata dall’interno. All’apparenza sembra una normale teenager, ma non lo è: ha davvero un grosso problema. Carolyn ha un’interessante relazione con il personaggio di Johnny Depp. Lui mi cerca perché ha bisogno del mio aiuto con una ragazza. Così gli do i miei consigli. Sono sequenze divertenti perché lui, in realtà, è del 1800 e parla come allora»
Le ragazze della sua età sono generalmente grandi fan della Twilight Saga. Cosa ne pensa? La ama anche lei? Preferisce la sua vampira Abby o la famiglia Cullen?
CM: «Beh, ecco, in realtà non ho mai visto nessun film della Twilight Saga. Ma direi che Abby rappresenta meglio il genere di vampiro che ho sempre immaginato, non so se capisce cosa intendo…»
La sua carriera nel mondo dello spettacolo è iniziata all’età di cinque anni. Ora lei è una delle attrici più popolari e apprezzate della sua generazione. Come ha scoperto il suo talento?
CM: «Ho scoperto il mio talento grazie a mio fratello, quando lui frequentava la Professional Performing Arts School di New York, osservandolo. L’ho capito e devo ringraziare mia madre perché mi ha permesso di intraprendere questa strada… Nessuno mi ha mai detto cosa fare, è stata una presa di coscienza molto naturale»
Ha già lavorato con alcuni dei più grandi registi del mondo, da Scorsese a Tim Burton. Cosa ha appreso da loro? Cosa le hanno insegnato?
CM: «Moltissimo. Ed è interessante come avviene questo apprendimento. Non è che la gente ti dica mai: “ehi, vieni qua che ti do un po’ di consigli”. Non funziona così, più che altro sono sfumature che si afferrano. Anche il mondo in cui i registi gestiscono il set. Ho imparato molto, specialmente a essere stramba, grazie a Tim Burton»
Può raccontarci qualcosa del ruolo in Hugo Cabret?
CM: «Hugo è un film interessante. Interpreto una giovane donna, Isabelle. Sogna l’avventura, legge moltissimo e muore dalla voglia di poter vivere qualcosa di grandioso, di avere una vita come quella dei suoi personaggi. Quando incontra Hugo, i due partono per una magica avventura che permetterà loro di scoprire chi sono veramente»
Vorrebbe continuare a fare l’attrice anche “da grande”? Ha mai pensato a un altro lavoro?
CM: «Spero proprio di sì! Vorrei poter fare l’attrice per tutta la vita. Spero di poter realizzare la carriera che sogno, duratura e brillante. Beh, se poi non funziona, immagino che dovrò inventarmi qualcos’altro da fare»
Qual è la sua attrice preferita, il suo modello?
CM: «La mia attrice preferita, in vita, è Natalie Portman. Ma amo molto anche Audrey Hepburn. Sono entrambe bellissime, hanno fatto film meravigliosi e avuto la carriera che vorrei anche io»
Cosa le piace fare durante il tempo libero?
CM: «Nel tempo libero amo stare con i miei amici, fare shopping, andare alle feste»
I suoi amici sono suoi colleghi, attori o attrici?
CM: «No, la maggior parte dei miei amici sono miei compagni di scuola»