Un corto a Cannes

Vytautas Katkus è un autore lituano che da qualche anno ormai si sta distinguendo con lavori di grande qualità tra la Croisette e il Lido, e che quest’anno è stato scelto per concorrere per la palma d’oro con Cherries

29Nel mondo ci sono più di trecentomila festival dedicati ai cortometraggi.

Si dividono tra festival che resistono negli anni, festival che combattono e festival che non riescono a resistere o meglio non sono riusciti a resistere, soprattutto alla pandemia. A maggio si è svolto il Festival di Cannes, la manifestazione più amata dai cineasti e dai cinefili di tutto il mondo, che ai cortometraggi dedica uno spazio significativo ma ancora poco visibile al pubblico: la Short Films Competition, la Quinzaine des Réalisateurs e la Semaine de la Critique.

Naturalmente ci piacerebbe parlare di tutti i corti selezionati, ma oggi vogliamo farvi conoscere un piccolo grande autore che, dal 2019, ha realizzato tre film: Community Gardens, Places e Cherries. Classe 1991, lui si chiama Vytautas Katkus e proviene dalla Lituania. I suoi sono film abitati da relazioni arcaiche, di sangue, dove i legami attraversano le esistenze dei personaggi, le definiscono per evolversi in qualcosa non di nuovo, ma di viscerale.

Le evoluzioni sono semplici, si innescano quasi impercettibilmente fino a esplodere. Nel 2019 quando, fuori dalla sua patria d’origine, Vytautas Katkus era un regista “vergine”, è stato selezionato alla Semaine de la Critique. Il suo corto si chiamava Community Gardens e aveva come protagonisti un padre e un figlio. Un anno dopo il suo secondo film, Places, venne scelto dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: al centro della storia due amici di infanzia, che «solo (…) nei vecchi luoghi riescono a sentire o ricordare il proprio passato e a staccarsi per un po’ dal mondo reale», come spiega il regista stesso.

Oggi, dopo due anni, Vytautas Katkus ha concorso con Cherries per la Palma D’Oro (al momento in cui scriviamo non sappiamo ancora come sia andata a finire…) in quella sezione ambita in tutto il mondo che è la Short Films Competition, che ha selezionato, su ben oltre 3500 corti presentati, soltanto 9 film.

Come i precedenti, Cherries è un film intimista, con un finale sorprendente, magico: per tutto il film si respira un’aria di normalità, talmente normale che si ha paura di quello che potrebbe accadere. Ci sono solo (e sempre) due personaggi maschili (anche se l’inizio potrebbe farci pensare che la storia, forse, ha un altro sviluppo e un altro personaggio). Tra qualche mese potremmo vedere Cherries in Italia perché lo ha acquisito Lights On, un piccolo grande esportatore di film d’autore.

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