Cannes 2021, Nanni Moretti racconta Tre piani: «Non ho voluto sapere quanto mi stavano offrendo Netflix e Amazon»

Il regista, unico italiano in Concorso a Cannes 74, presenta la sua ultima fatica alla stampa: «Come ogni mio film, anche Tre piani può considerarsi un diverso capitolo di un unico romanzo. La vittoria dell'Italia agli Europei? Io sono per i divi, ma una squadra di calcio senza divi è una cosa sana! Sono riuscito a vedere i rigori, prima non potevo»

«Alexìs posso iniziare? Bene allora comincio!». Nanni Moretti si presenta in conferenza stampa al Festival di Cannes con un’energia tutt’altro che trascurabile e, rompendo la liturgia consolidata dell’etichette, presenta lui stesso il cast e la crew di Tre piani, suo primo adattamento cinematografico, tratto dal romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. 

Tre piani racconta tre famiglie e la trama del quotidiano che logora la vita, disfa i legami, apre le ferite, consuma il dramma. Al piano terra di un immobile romano vivono Lucio (Riccardo Scamarcio) e Sara (Elena Lietti), carriere avviate, spinning estremo e una figlia che parcheggiano dai vicini, Giovanna (Anna Bonaiuto) e Renato (Paolo Graziosi). Al secondo c’è Monica (Alba Rohrwacher), che ha sposato Giorgio (Adriano Giannini), sempre altrove, ha partorito Beatrice senza padre e “ha” un corvo nero sul tavolo. All’ultimo dimorano da trent’anni Dora (Margherita Buy) e Vittorio (Nanni Moretti), giudici inflessibili che hanno cresciuto Andrea (Alessandro Sperduti) al banco degli imputati. Un incidente nella notte travolge un passante e schianta il muro dello stabile, rovesciando i destini e mischiando i piani. 

Nanni Moretti al photocall di Tre piani a Cannes. Foto: VALERY HACHE/AFP via Getty Images

«Più passa il tempo e più amo fare questo lavoro, ma la passione non basta, ci vuole l’attenzione ai dettagli – dice Moretti – Più tempo passa, però, e meno sono capace di spiegare il perché di certe decisioni. Tre piani è un libro che affronta tematiche universali come la colpa, la giustizia, la responsabilità di essere genitori, le nostre scelte e le loro conseguenze. Un romanzo talmente denso che non volevo ci fossero protagonismi in regia, sceneggiatura musica, montaggio, fotografia, scenografia e nemmeno nell’arredamento. Volevo della qualità non auto-compiaciuta. E per la recitazione non volevo spontaneità, che non considero un valore, bensì l’autenticità».

Alba Rohrwacher, Nanni Moretti e Margherita Buy alla conferenza stampa di Tre piani. Foto: Pool/Getty Images

Il film, dopo il passaggio a Cannes in Concorso, dov’è l’unico italiano a gareggiar per la Palma d’oro, uscirà nelle sale il prossimo 23 settembre con 01 Distribution, ma è rimasto per oltre un anno ai box. «Ho detto a Domenico Procacci (produttore del film insieme a Rai Cinema e Sacher Film, ndr) di attendere che le sale riaprissero pienamente. Gli l’ho intimato di non dirmi quanto gli stavano offrendo Amazon, Disney e Netflix, non lo voglio sapere, nascondimelo gli ho detto. Trovo indispensabile la centralità della sala cinematografica. Prima che come regista, attore, produttore ed esercente, lo dico da spettatore: io non so stare senza andare a vedere al cinema i film degli altri. E per fortuna la mia curiosità è rimasta intatta».

«40 anni fa leggevo tutte le vostre critiche – ironizza Moretti con la stampa presente – anzi andavo nelle edicole notturne per prendere alle tre o quattro di notte i giornali freschi di stampa. Ora ho un rapporto più tranquillo, quindi non le ho ancora viste, ma vi leggerò».

Alba Rohrwacher e Nanni Moretti alla conferenza stampa a Cannes di Tre piani. Foto: Pool/Getty Images)

«Come ogni mio film, anche Tre piani può considerarsi un diverso capitolo di un unico romanzo – precisa poi – Il ballo in strada nel libro non c’è, l’abbiamo aggiunto in sceneggiatura perché ci sembrava importante questa apertura verso l’esterno. Ci siamo rinchiusi nelle nostre singole vite, nei nostri “tre piani”, ma quel ballo porta via gli inquilini di quel palazzo verso il mondo esterno, li espone agli altri. Il film e ancora prima il libro di Eshkol Nevo sono stati concepiti prima dell’esplosione del Covid. È come se questa pandemia avesse smascherato una bugia, che noi potessimo fare a meno del sentirci comunità, che potessimo fare a meno degli altri. Non c’era posto per l’ironia nel film, mi pare che stonasse. Non lo trovo drammatico, è sicuramente doloroso ma anche un inno alla vita, specie grazie alle donne. Gli uomini sono testardi e ostinati, convinti di stare dalla parte giusta». 

L’ultima battuta è riservata alla vittoria dell’Italia agli Europei: «Questa squadra italiana è una squadra senza divi, io sono per i divi, intendiamoci, ma una squadra di calcio senza divi penso sia una cosa sana!». Moretti ieri sera è riuscito a vedere i rigori («prima non potevo», ha chiosato), mentre Riccardo Scamarcio dopo gli 11 minuti di applausi in proiezione ufficiale si è fiondato in strada alla ricerca di uno schermo che proiettasse Italia-Inghilterra.

Elena Lietti, Alba Rohrwacher, Nanni Moretti, Margherita Buy e Riccardo Scamarcio alla conferenza stampa di Tre Piani al Festival di Cannes. Foto: Pool/Getty Images)

Foto di copertina: Getty (VALERY HACHE/AFP via Getty Images)

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