Cannes: Castellitto «In giuria come uno studente»

Il "nostro" giurato al Festival ha raccontato ai giornalisti italiani la sua esperienza, rivelando le reazioni dei colleghi ai nostri film in gara

Primi bilanci post-Festival direttamente dalle parole di un giurato d’eccezione, Sergio Castellitto. L’attore e regista ha incontrato la stampa italiana in una conferenza stampa presso l’Hotel Gray d’Albion in cui ha raccontato la sua esperienza di giurato all’appena concluso 61° Festival del cinema di Cannes. Castellitto ha speso in particolar modo le migliori parole d’elogio nei riguardi del presidente di giuria, Sean Penn (presentatosi visibilmente emozionato ieri alla cerimonia di premiazione): «Un uomo e un artista che ha saputo gestire tutto con umanità, intelligenza e grazia». E com’è andata con il resto della giuria? «Mi chiamavano “il mafioso”! Ma simpaticamente, s’intende. C’è stato un clima bellissimo, il lavoro insieme agli altri giurati si è svolto all’insegna della serenità e della più totale collaborazione. Mi sono sentito voluto bene». Da “insider” di lusso, l’attore parla anche di cosa si diceva in giuria dei due film italiani in concorso ( Il Divo di Paolo Sorrentino e Gomorra di Matteo Garrone, entrambi con Toni Servillo, cui sono andati al primo il Premio della Giuria e al secondo il Grand Prix): «Erano considerati film gemelli dentro lo stesso ventre, come se uno raccontasse l’altro. Fanno rendere conto di cosa possa accadere anche all’interno di una democrazia civile, europea». Alla domanda se Il divo abbia suscitato curiosità tra i giurati sulla figura di Giulio Andreotti, Castellitto ha risposto: «No, nessuna domanda su di lui: il film ha interessato a prescindere dal personaggio realmente esistente», fugando così ogni possibile dubbio sull’eccessiva “italianità” del film (e così dicasi anche per Gomorra ) e confermandone invece la capacità di parlare a un pubblico che varchi i confini nazionali. L’attore e regista ha avuto parole di lode anche per il film cui è andata la Palma d’Oro, il francese Entre les murs di Laurent Cantet: «Un film stupendo, diretto in modo generoso dal regista». Insomma, un’esperienza più che positiva per Castellitto: «Ho affrontato l’esperienza della giuria con lo spirito di uno studente, come chi abbia tutto da imparare e si stupisca di tutto. Fotografavo tutto; se ora passa De Niro sul red carpet fotografo anche lui!».

Ma.To.

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