Cannes: Munzi racconta il dramma dell’immigrazione

Presentato Il resto della notte dell'autore di Saimir

Ha convinto la critica Il resto della notte , il film del 38enne regista di Saimir Francesco Munzi (foto) presentato ieri nella sezione Quinzaine des realisateurs al Festival di Cannes. Storia di una colf rumena (Laura Vasiliu) licenziata dalla casa dove lavora onestamente da tempo per l’accusa infondata mossale dalla padrona (Sandra Ceccarelli) del furto di una collana. La ragazza farà ritorno alla casa del fidanzato, un poco di buono che organizzerà con altri una rapina proprio nella villa dove lavorava la ragazza. Giocato su due diversi, opposti tipi di disperazione – quello degli immigrati, stretti nella morsa della povertà e piegati ai lavori più umili, e quella dei padroni benestanti, ormai schiavi di paure e psicosi – il film, secondo le parole dello stesso regista, non ha voluto giudicare nessuno: «Nessuno è innocente, nessuno è indenne dalla corruzione. Mi interessava scavare nella complessità, nell’ambiguità, senza fare sconti, senza dare giudizi». Per prepararsi alla realizzazione della pellicola, Munzi ha condotto ricerche approfondite sulla comunità numerosa (450 mila) di rumeni residenti nel nostro Paese: «Quelli che ho incontrato sono il contrario dei luoghi comuni. La maggior parte dei rumeni lavorano, sono persone educate e colte», ha raccontato il regista. «Sono molto preoccupato per ciò che sta accadendo», gli ha fatto eco la Vasiliu, che l’anno scorso era a Cannes con il film vincitore della Palma d’Oro, 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni. Al di là dell’interessante affresco sociale che il film offre, l’opera di Munzi è stata molto apprezzata anche e soprattutto per l’essenzialità della regia, volta a cogliere con puntualità la drammaticità insita in ogni personaggio e per la performance convincente e toccante dell’intero cast. 

Ev.An.

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