L’appuntamento con la regina Ravenna, alias la bellissima Charlize Theron, inizia con quasi un’ora di ritardo rispetto a quanto preventivato, ma basta che la diva si manifesti per placare gli animi. Una camicia color champagne di Yves Saint Laurent, minigonna di pelle nera e le sue gambe chilometriche infilate in un paio di sandali a schiava di pelle nera, classy e aggressive allo stesso tempo, la star sudafricana lascia come sempre tutti a bocca aperta nonostante i 42 anni a cui è davvero difficile credere.
E il bello è che su quel collo esile ed elegante poggia un cervello pensante che si sforza di dare sempre risposte equilibrate, che la porta a mettere tutta se stessa nel lavoro di attrice e che non le fa assumere atteggiamenti presuntuosi, nonostante sia sulla breccia da più di vent’anni.
Charlize è approdata a Milano per promuovere Il cacciatore e la regina di ghiaccio (nei nostri cinema dal 9 aprile) e resterà nel capoluogo milanese fino a domenica in quanto ospite speciale della prossima puntata di Che tempo che fa con Fabio Fazio.
È già la seconda volta che interpreta la regina cattiva del film. In fondo è un po’ il sogno di tutte le attrici fare il villain. Che cosa le ha permesso di esplorare questo ruolo?
«A essere sincera c’è una grande sensazione di libertà. E questo è dovuto al fatto che un mondo fantastico come questo ti permette come attore di uscire dai limiti della realtà perché questo mondo è così magico che davvero ti permette di esplorare un personaggio così negativo in senso ampio. Non credevo di poter interpretare nuovamente un personaggio così vasto».
Qual è il divertimento e nello stesso tempo qual è la difficoltà di interpretare un ruolo così iconico e in qualche modo rischioso?
«Quando affrontai il ruolo per la prima volta sapevo che il ruolo della regina cattiva è così iconico. E non tanto per il comportamento quanto per l’aspetto. Il collare, le labbra rosse, le grandi sopracciglia sono gli aspetti tipici del personaggio, ma come attrice mi sentivo in obbligo di proporre qualcosa di nuovo, più zingaro. E questo è anche l’aspetto eccitante del mio lavoro. Come faccio a proporre qualcosa di nuovo, di fresco? E sento che con questo secondo episodio ho potuto approfondire, perché c’è il rapporto con la mia sorella più giovane che mi ha permesso di entrare ancor più nel dettaglio del personaggio».
Lei è interprete di due donne molto forti come la Furiosa di Mad Max: Fury Road e Ravenna. Che somiglianze/differenze trova tra le due e secondo lei quanto le donne toste di oggi sono debitrici alla Ripley di Sigourney Weaver in Alien?
«Ravenna e Furiosa sono due donne inserite in mondi molto diversi tra loro. Per cui mi è difficile ragionare in termini di analogie, anche perché una vive nell’abbondanza e nel potere, mentre l’altra lotta per la sopravvivenza, ma posso sicuramente dire che Furiosa è più umana, mentre Ravenna è a tratti crudele e brutale. Sigourney ha sicuramente dettato il canone e del resto sono sempre stata ispirata dalle altre donne del cinema».
Ha notato che il Principe azzurro è sempre meno presente nelle favole per bambini?
«Non so se la diminuzione della presenza del Principe azzurro nelle fiabe sul grande schermo sia da legare a una sorta di femminismo. Quel che posso dire, però, è che non sono una femminista che mira all’esclusione e alla guerra con il mondo maschile. Sono una femminista che ama gli uomini e crede che solo insegnando agli uomini il rispetto per le donne troveremo la nostra grandezza. Sono stata felice quando mio figlio è rimasto ossessionato da Frozen, che è la storia dell’amore tra due sorelle. Non possiamo risolvere il problema della violenza sulle donne, rivolgendoci solo alle donne o facendo conferenze sul tema. Dobbiamo crescere i nostri figli in modo equilibrato, in modo che siano i gentiluomini che vogliamo siano. Detto ciò, è importante che ci siano storie senza Principe azzurro».
Lei nei due film del franchise in cui è stata Ravenna indossa abiti magnifici. Le piace? La aiuta?
«Sono abiti incredibili! Che ti aiutano a tenere una determinata postura e a immedesimarti nel personaggio. Al mattino quando arrivi sul set, sei determinata e felice di mettere quei vestiti sontuosi e quando ti aiutano a indossare il corsetto, dici: “Stringi! Stringi!”. Il fatto è che dopo otto ore non riesci a respirare…».
C’è un sentimento molto attuale, che è quello con cui Ravenna si deve confrontare, ovvero la paura, che spesso ci porta a fare delle scelte sbagliate. Cosa ne pensa?
«Questo è il fulcro del personaggio. Quando vediamo le persone comportarsi in modo orribile, vediamo come siano dominate dalla paura. L’ostacolo, la minaccia che si para loro di fronte mette in dubbio la loro stessa esistenza. Terrorizzate dall’idea di non sopravvivere, compiono gesti terrribili. Nel primo film di Biancaneve, c’è stato un momento in cui ho dovuto affrontare questo aspetto in modo brutale. Dovevo recitare la battuta classica: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. Mi sono subito resa conto che non era una questione di vanità, ma di sopravvivenza. Dietro a quella domanda ci sono in realtà molte altre domande. Lo specchio è una sorta di Uomo nero che la porta a confrontarsi con le sue paure più profonde. Nella sua psiche lei si chiede se ha valore, se è buona, se ha potere, se può davvero rendere felice qualcuno. Se lo specchio le rispondesse di no per lei sarebbe terribile. Ho cercato di trasmettere attraverso la mia espressione quella sensazione di terrore puro. Non è stato per niente semplice. È uno di quei passaggi che non ti trovi già creato e digerito e io come attrice sento che il nostro lavoro consiste proprio in questo».
La splendida Charlize Theron in un estratto della conferenza stampa di Milano di oggi, per promuovere Il cacciatore e la regina di ghiaccio
Pubblicato da Best Movie su Giovedì 31 marzo 2016