Colpi di fulmine, Neri Parenti: “Così trasformo il cinepanettone. Tutta colpa della crisi”

Il regista ci spiega le ragioni per cui la sua ultima commedia natalizia è diversa da quelle a cui eravamo abituati

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Aurelio De Laurentiis lo aveva detto a luglio: «Basta cinepanettone, da quest’anno niente più vacanze di Natale in qualche luogo esotico». Non tutti pensavano che sarebbe riuscito ad accantonare un filone di successo lungo 25 anni ma ce l’ha fatta, al punto che sembra strano far uscire un film sugli innamoramenti repentini a Natale e non a San Valentino. Di regali e panettoni in questo Colpi di fulmine che esce il 13 dicembre, non c’è traccia, ma i produttori Aurelio e il figlio Luigi volevano conservare comunque l’appuntamento con il pubblico sotto le feste e con l’occasione dare riprova dell’avvenuto e tangibile cambio di format. Per riuscire nell’impresa, oltre a reclutare il fido regista e sceneggiatore Neri Parenti, la Filmauro ha voluto come protagonisti il mattatore di sempre, Christian De Sica, la coppia comica Lillo & Greg, Luisa Ranieri, Anna Foglietta, la cantante Arisa e il muto di Zelig, Simone Barbato.

Si tratta di un film nel film, due maxi episodi completamente slegati, all’interno della stessa opera. Nel primo, Christian De Sica si finge parroco di un paesino del Trentino per scappare ad un’ingiusta accusa di frode fiscale e finisce per innamorarsi del maresciallo dei carabinieri, Luisa Ranieri. Nel secondo Greg, colto ambasciatore italiano presso la Santa Sede, perde la testa per una rozza pescivendola (Anna Foglietta) e costringerà il suo autista (Lillo) a trasformarlo in un super coatto per conquistarla. Come sia nata l’idea del progetto, Aurelio, figlio e nipote d’arte (Luigi senior e Dino) lo ha raccontato questa mattina a Roma alla stampa: «Volevamo staccarci dal film di Natale con i suoi protagonisti indaffarati nella preparazione delle feste. Se non c’è bisogno di vederli impegnati in acquisti e cenoni, non c’è nemmeno necessità che le storie s’intreccino per forza. Il modello è un po’ quello de Il boxeur e la ballerina di Stanley Donen. Il “movie movie” – la formula di due film in uno – mi è sempre piaciuto e di tanto in tanto l’ho utilizzato, basti pensare ad Italians di Giovanni Veronesi. Dopo tanti anni in cui abbiamo raccontato tutto, dagli Yuppies, quando in Italia non esistevano ancora, ai cialtroni, era arrivato il momento di cambiare: oggi è inutile mostrare vizi e virtù dei nostri compatrioti perché è tutto in continuo cambiamento, meglio raccontare qualcosa che ci riguarda tutti. Un colpo di fulmine è qualcosa che può capitare a tutti gli esseri umani tra i 6 e i 90 anni». Ma è davvero così? Che ne pensano gli interpreti di questa storia: cupido li ha mai beccati con una delle sue frecce? «Con De Sica ho un colpo di fulmine da quando avevamo 15 anni – dice il produttore, De Laurentiis – poi ci siamo rincontrati nell’83 e non ci siamo più lasciati. Abbiamo festeggiato le nozze d’argento vediamo ora di arrivare a quelle d’oro». «Io vado avanti solo a colpi di fulmine – si affretta a dire subito Christian De Sica – sia nell’amicizia che nell’acquisto di un’auto o di un vestito non ragiono mai troppo, vado a sensazione. Mia moglie mi rimprovera sempre per questo!».

Le donne si sa dovrebbero essere più razionali, come Anna Foglietta che dopo un iniziale colpo di fulmine con suo marito, avuto all’età di 15 anni a scuola, ha aspettato altri 10 anni prima di iniziare con lui una vera storia d’amore tramite web. Esula dall’esempio invece Luisa Ranieri che da brava napoletana è passionale e istintiva e si butta sempre di getto causando per questo “grandissimi casini”. E se Lillo dice di aver avuto un unico colpo di fulmine in vita sua, “a 7 anni, commuovendosi per aver mangiato un cannolo siciliano”, Greg s’illumina parlando di rock and roll anni 50, il “vero amore della vita”. Il regista, Neri Parenti invece, il colpo di fulmine non può raccontarlo perché, dice, “De Laurentiis mi impedisce di averne per contratto”. In compenso però ci ha raccontato come crea ogni anno un nuovo film per Filmauro, lui che nonostante i 42 titoli alle spalle si butta con entusiasmo sempre nuovo su ogni copione: «Partiamo da una riunione che facciamo sempre intorno al 20 gennaio e in cui seminiamo una quindicina di idee per dei film: alcune si perdono, altre le lasciamo da parte perché ancora non mature e altre ancora sono quelle su cui cominciamo a lavorare per tirarne fuori dei soggetti e personalizzarne delle parti, magari già pensando agli attori che le interpreteranno».

Nessun rimpianto per aver abbandonato il suo cinepanettone? : «In questo modo sappiamo di poter parlare a più spettatori: per il cinepanettone eravamo obbligati a raccontare sempre un certo ceto, quello delle persone che per le feste possono permettersi di viaggiare, ma la crisi ci ha imposto di rivedere questo modello. Potevamo fare un film o molto cinico o molto volgare, ma a questi aspetti ci avevano pensato già Antonio Albanese e i 2 soliti idioti perciò abbiamo cercato altrove, ad un tema che potesse riguardare un pubblico più vasto possibile: l’amore, con qualche riferimento a Piccolo mondo antico e My Fair Lady al contrario».

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