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Croce e Delizia: Gassmann e Bentivoglio, un amore gay contro ogni pregiudizio

Due famiglie e un amore gay inaspettato nell'opera seconda di Simone Godano, prodotta da Matteo Rovere. Nel cast anche Jasmine Trinca e Filippo Scicchitano

Croce e Delizia: Gassmann e Bentivoglio, un amore gay contro ogni pregiudizio

Due famiglie e un amore gay inaspettato nell'opera seconda di Simone Godano, prodotta da Matteo Rovere. Nel cast anche Jasmine Trinca e Filippo Scicchitano

Croce e delizia

Arriverà nelle sale il prossimo 28 febbraio Croce e delizia, opera seconda del regista di Moglie e marito Simone Godano. Il team creativo è lo stesso del film precedente, con a produrre la Warner Bros, insieme a Matteo Rovere per Groenlandia e Roberto Sessa per Picomedia, e in sceneggiatura Giulia Steigerwalt, che ha anche firmato il soggetto con lo stesso Godano. La combinazione, secondo gli autori, è la medesima dell’operazione che metteva in scena Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak alle prese con uno scambio di corpi: premessa high-concept ed emotività, per affrontare in chiave di commedia e con una certa cura i nodi del presente e dell’attualità.

Croce e delizia racconta l’incontro-scontro di due famiglie molto diverse, i Castelvecchio, snob e disuniti, e i Petagna, di estrazione umile, molto ruspanti e coloriti nei modi. Da un lato la cosiddetta élite radical chic, dall’altro il popolo. Una contrapposizione che di questi tempi è la chiave del dibattito pubblico e politico e che si riflette nel trattamento di molti temi come l’accoglienza e la diversità. Croce e delizia la intercetta in maniera molto sensibile e inscena la convivenza forzata di questi due nuclei di persone nel corso di una vacanza estiva, con una serie di schermaglie che mostreranno pregi e difetti dell’una e dell’altra “fazione”, tra pregiudizi e stereotipi da superare.

Il più grande ostacolo, cuore del racconto ma anche pretesto per parlare di tanto altro, è un annuncio della quale nessuna delle due famiglie è al corrente: i rispettivi capifamiglia, Tony (Fabrizio Bentivoglio) e Carlo (Alessandro Gassmann) si sono infatti innamorati scoprendo l’omosessualità solo in età matura e hanno addirittura deciso di sposarsi. Il primo ha sempre vissuto tra anaffettività e narcisismo, il secondo è un pescatore rimasto vedovo: la loro unione in arrivo metterà a dura prova gli equilibri di tutti, soprattutto quelli di Penelope (Jasmine Trinca) e Sandro (Filippo Scicchittano), i rispettivi primogeniti.

Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio in Croce e delizia

«L’obiettivo principale era rendere credibile la storia d’amore tra il personaggio di Fabrizio e quello di Alessandro – esordisce Godano raccontando il film alla stampa – ma quando li ho visti insieme, a guardarsi negli occhi e a darsi i pizzicotti nel corso del nostro primo incontro, ho capito che avevamo trovato i due splendidi protagonisti del film. Come regista volevo stare dalla parte di tutti i personaggi, mettendoli in una contesto di commedia ma mai di gag, mai caricaturale. Volevo commuovere il pubblico, strappargli una risata ma anche farlo affezionare. Croce e delizia ha molti temi, ma abbiamo esplorato soprattutto i sentimenti di una famiglia attraverso poche location, girando quasi tutto dentro una stessa casa (una villa a Gaeta, ndr)».

«Il mio personaggio era la classica patata bollente, e a me le patate bollenti sono sempre piaciute – dice invece Bentivoglio sul suo Tony – C’era il rischio dello stereotipo, della macchietta, e andava umanizzato, portandolo verso la realtà e la verità. Tony sulla pagina scritta sembrava molto più scostante, era evidente l’aspetto croce ma meno quella delizia». Discorso inverso, invece, per Gassmann: «Quando leggo una sceneggiatura devo ricevere immediatamente qualcosa e questo bellissimo copione mi ha restituito insieme emozione e riflessione. Oggi l’accettazione è una priorità, visto che il pregiudizio di questi tempi paga molto e subito, e un personaggio come questo non l’avevo mai fatto. È un uomo apparentemente senza difetti, mentre quello di Fabrizio è Croce e Delizia insieme. Se avessi interpretato Toni mi sarei addentrato nelle atmosfere in cui sono cresciuto, riecheggiando echi familiari e personali che non mi piace scomodare».

A sorprendere più di tutti in Croce e delizia è Jasmine Trinca alle prese con un personaggio complicato, quello della figlia di Tony, Penelope, che si porta dietro molti complessi e altrettanti traumi dovuti all’assenza di una figura paterna stabile. L’attrice la definisce «una ragazza interrotta, mai cresciuta» e l’ha affrontata sullo schermo con una solarità goffa e sgraziata, mostrando le mancanze e le insicurezze del suo personaggio abbracciandole completamente. «Jasmine è il contrasto per eccellenza, quasi un ossimoro vivente – le fa eco Godano nelle note di regia, ribadendo gli stessi concetti anche in conferenza stampa – tanto leggera quanto potente, persa ma presente, fragile ma robusta. L’abbiamo rapita per due mesi per farle fare la temibile “commedia”. E si è divertita. Il suo sguardo racchiude il significato del film e i suoi occhi hanno una potenza che strega, che incolla allo schermo».   

Bentivoglio, Trinca, Scicchitano, Gassmann

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