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Da La vita è un sogno a Tutti vogliono qualcosa: il cinema di Richard Linklater in cinque mosse

Il regista maestro del tempo e cantore della nostalgia raccontato attraverso 5 dei suoi film più famosi nel giorno dell'uscita della sua ultima opera dedicata al momento che precede il college

Da La vita è un sogno a Tutti vogliono qualcosa: il cinema di Richard Linklater in cinque mosse

Il regista maestro del tempo e cantore della nostalgia raccontato attraverso 5 dei suoi film più famosi nel giorno dell'uscita della sua ultima opera dedicata al momento che precede il college

E dire che non era nato con la vocazione per il cinema Richard Linklater. Non si divertiva a girare cortometraggi in Super 8 sin da bambino come suoi colleghi, non disegnava storyboard per diletto; la sua passione iniziò più tardi dopo aver sospeso l’università per andare a lavorare su una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, dove capì che “da grande” avrebbe voluto fare il regista. Ogni suo film sembra l’espansione del suo primo lavoro per il cinema, Slacker, che si svolge nell’arco di una giornata in cui si racconta la vita di un gruppo di sfaccendati (questo il significato del titolo) del sottobosco urbano attraverso aneddoti, passeggiate in taxi, chiacchiere futili con al centro i tormentoni dei discorsi dei giovani americani: l’omicidio JFK, gli U.F.O., la libertà dell’individuo di fronte al sistema e così via… Oggi esce al cinema la sua nuova opera generazionale, Tutti vogliono qualcosa (qui la recensione), nostalgico American Graffiti anni ’80, in cui per l’ennesima volta racconta un momento di passaggio dall’età giovane a quella adulta, nel disperato tentativo di riuscire a “fermare” l’attimo.

LA VITA È UN SOGNO

Quel primo esperimento narrativo è davvero la traccia su cui si è innestato il lavoro successivo, La vita è un sogno (Dazed and Confused, 1993, che trovate su Infinity), in cui si racconta l’ultimo giorno di un gruppo di ragazzi di scuola di un liceo di Austin in Texas nel 1976 che si divertono a torturare le matricole. Tra reintepretazioni psicanalitiche delle serie televisive di culto, feste innaffiate di alcol e “profumate” d’erba, bighellonamenti in auto e chiacchiere surreali, è come se Linklater volesse dilatare fino al limite quel momento che celebra il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, quel momento della vita in cui non necessariamente siamo tenuti a rispettare le scadenze e gli obblighi. Il discorso di Slater su George Washington che gestiva ettari di marijuana, di cui la moglie si prendeva cura, ne è un classico esempio.

PRIMA DELL’ALBA

Solo due anni dopo, nel 1995, Linklater continua a concentrarsi sugli attimi irripetibili della vita. Fa incontrare su un treno diretto per Vienna l’americano Jesse e la francese Celine. Lui la convincerà a scendere dal treno in attesa del suo aereo per gli States, per passare insieme una romanticissima notte nella capitale austriaca, in cui tra dialoghi, poesie, strade e piazze, cercheranno di dilatare all’infinito quel momento straordinario di deragliamento dalla vita vera. Arrivati al momento di salutarsi verranno travolti dalla malinconia e si riprometteranno di ritrovarsi a Vienna 6 mesi dopo.

SCHOOL OF ROCK

In questo film del 2003 (che trovate su Infinity) Linklater profonde il suo sconfinato amore per la musica rock, raccontando la storia di Dewey Finn, squattrinato musicista che sogna di diventare un dio del rock, interpretato da un irresistibile Jack Black. Fingendosi il suo coinquilino, diventa supplente in una delle più ricche scuole elementari della città. Avendo bisogno di soldi, accetta il lavoro ma senza alcun entusiasmo, rivelandosi un insegnante pigro, finché un giorno, aggirandosi per la scuola, passa per caso davanti al laboratorio musicale e notando le doti enormi dei ragazzi in qualche modo limitate nella rigida compostezza della musica classica si fa venire un’idea: fonderà un gruppo con i talentuosi ragazzi e parteciperà a una battaglia tra rock band. Facendo ascoltare canzoni e mostrando video di band storiche i ragazzi cominciano ad emozionarsi all’idea e si appassionano al suo progetto.

A SKANNER DARKLY

In un futuro non molto remoto una potente droga anfetaminica nota come “Sostanza Morte” o più semplicemente “Sostanza M” (e in gergo anche come morte) si diffonde rapidamente. Bob Arctor, vive alla giornata in una casa affollata insieme ad altri tossicodipendenti. Le giornate del gruppo di Bob trascorrono tra sballo, conversazioni sconclusionate, avventure tra il comico e il tragico. Bob nasconde però un segreto: è un agente infiltrato della narcotici con nome in codice Fred. Nella sua casa vi sono telecamere che riprendono tutto quel che avviene. Bob/Fred conduce quindi una doppia vita ma la situazione si complica quando la Sostanza M lo porta gradualmente a una vera e propria schizofrenia, causata dalla progressiva separazione dei due emisferi cerebrali. Il film è girato in normale live action per poi ritoccare con animazione grafica digitale  per un totale di 18 mesi di post-produzione e quasi un anno di dettagli in acquerello sui fotogrammi stessi. Il procedimento tecnico aiuta a costruire e creare il mondo completamente alienante del protagonista e dei suoi amici tossicodipendenti e a meglio descrivere la stratificazione d’identità di Bob/Fred.

BOYHOOD

Questo è il progetto più ambizioso di Linklater raccontare tutta l’infanzia fino al sopraggiungimento dell’età adulta. Un progetto che ha coinvolto lo stesso cast e, in particolare, lo stesso ragazzo per raccontare la crescita di Mason (interpretato da Ellar Coltrane) e il rapporto con i genitori divorziati (interpretati da Ethan Hawke e Patricia Arquette). Un’operazione talmente ambiziosa, interessante e ricca di significato da aver portato il film a raccogliere tantissime nomination. Il film ha fatto incetta di Golden Globes e la Arquette si è meritata l’Oscar per la sua performance.

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