Cattive notizie dalla Grande Hollywood. Per Dennis Hopper, 73 anni, da tempo malato di cancro alla prostata, non c’è più nulla da fare. Lo rivela senza reticenze il suo avvocato Joe Mannis. Il tumore è ormai in uno stadio troppo avanzato, e neanche la chemioterapia potrebbe salvare l’attore. L’annuncio sconvolgente è arrivato proprio ieri anche per giusitificare l’assenza di Hopper dal tribunale, dove era atteso per la causa di divorzio dalla quinta moglie avviata lo scorso gennaio. Difficile credere che sia destinato a questa triste fine un divo che aveva fatto della forza e della ribellione il suo “marchio” non solo professionale, ma anche esistenziale. Cominciò del resto accanto a un altro “ribelle senza causa”, James Dean, di cui era amico e con cui recitò in Gioventù bruciata e Il gigante. Erano poi arrivati, negli anni, altri film epocali: Nick mano fredda, Il grinta, L’amico americano, Apocalypse Now, Rusty il selvaggio, Velluto blu, Colpo vincente (nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista), Speed, Waterworld. Ma la pellicola che l’ha più di tutte cristallizzato nella memoria è il leggendario Easy Rider, pietra miliare datata 1969 di cui era anche regista e sceneggiatore (in questo ruolo l’altra candidatura agli Oscar), oltre che protagonista per l’appunto ribelle (in motocicletta). La notizia dell’aggravarsi delle sue condizioni arriva insieme a quella della “stella” che gli sarà dedicata proprio oggi sulla Walk of Fame. Hopper può camminare per pochi minuti di seguito, rivela sempre l’avvocato, ma non è detto che potrà presenziare alla cerimonia. Un grande omaggio che Hollywood gli ha voluto regalare. Purtroppo, probabilmente anche l’ultimo.
Dennis Hopper (a sinistra) insieme a Peter Fonda nel suo capolavoro, Easy Rider, che ha diretto e interpretato nel 1969