Eastwood vs Lee: il grande Clint risponde per le rime

Dopo l'accusa di razzismo sferrata a Cannes da Spike Lee contro Eastwood, il regista di Million Dollar Baby si difende

«Ma la storia l’avrà studiata?». Se lo chiede Clint Eastwood riguardo a Spike Lee che, in occasione del Festival di Cannes appena concluso in cui ha presentato Miracolo a Sant’Anna, aveva dato, in parole povere, del razzista a Eastwood reo di non aver incluso personaggi di colore nella storia dei soldati della battaglia di Iwo Jima in Flags of Our Fathers. A Eastwood, che sulla Croisette ha presentato invece il suo The Exchange con Angelina Jolie, l’accusa non è proprio andata giù e si è difeso, con un’intervista sul Guardian, rivendicando l’attendibilità storica delle sue scelte. «Riguardo a Flags of Our Fathers, sì, c’era effettivamente un piccolo distaccamento di soldati di colore a Iwo Jima, facevano parte della compagnia addetta alle munizioni, ma non sono stati loro a issare la bandiera. La storia di quel film invece riguarda la celebre foto di un gruppo di soldati americani che innalza la bandiera, ma i soldati neri non vi presero parte. Se io ci metto un attore afro-americano in mezzo a loro, la gente direbbe: “Questo si è bevuto il cervello”, va contro la realtà storica». Il regista ha girato nel 1985 una bio-pic sul jazzista di colore Charlie Parker, Bird («anche in quel caso Lee si lamentò: “Perché un bianco dovrebbe voler girare un film così?”, perché sono stato io l’unico a farlo, ecco perché. Poteva farlo lui, ma stava girando qualcos’altro») e si sta accingendo a girarne uno su Nelson Mandela, The Human Factor. E subito assicura: «Di certo non lo farò interpretare a un bianco!».

Ev.An.

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