Dai tempi de La terra dei cachi, Elio e le storie tese sono stati capaci di influenzare la cultura pop del nostro paese, creando espressioni che hanno finito per radicarsi nel linguaggio comune. Ieri, il gruppo è salito sul palco dell’Ariston di Sanremo durante la nuova edizione del Festival (iniziato martedì), per cantare la loro Canzone Mononota, che ha subito fatto impazzire i social network. Un distillato di tecnica musicale e teatralità, che al direttore di Bestmovie.it Giorgio Viaro ha ricordato da vicino il genio di un altro grande esponente della cultura pop, Quentin Tarantino. L’ultimo post del suo blog è dedicato proprio al confronto tra questi due grandi artisti. Eccone un estratto:
«Elio non finisce di stupirmi. Negli anni si è trasformato da outsider, profeta del Volgare (al liceo scambiavo con gli amici i suoi bootleg sotto banco: erano nastri, non file) in artista pop. (…) E mi fa pensare al cinema di Tarantino, e ai tanti discorsi polemici suscitati dal suo Django Unchained. Elio, come Quentin, è il cantore della post modernità: dall’alto di una padronanza tecnica pazzesca, quei due mettono le mani sulla storia del cinema e della musica, la tirano, la tendono, la rivoltano come un guanto per lasciarci a bocca aperta». Per continuare a leggere, cliccate qui.
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